Intervento del sindaco Di Guardo sulla "controriforma" in tema di elezioni diretta del Sindaco

Nino Di Guardo - MisterbiancoRecentemente la prima commissione legislativa dell’Assemblea regionale siciliana ha esitato un disegno di legge che prevede la modificazione della legge regionale n. 35 del 1997 nel testo vigente contenente norme per l’elezione del Sindaco e del Consiglio comunale.

Alla notizia data dalla stampa non è seguito alcun dibattito, sicché parrebbe che a tutti sia sfuggito il senso dell’iniziativa legislativa, sulla quale intendo richiamare l’attenzione e aprire un dibattito.

Mi riferisco in modo particolare a due delle modifiche proposte:
La prima prevede che ciascun elettore, tracciando un segno sul contrassegno di una lista collegata con il candidato alla carica sindaco, esprime la sua volontà, con un unico voto, sia in ordine alla scelta del sindaco, sia in ordina alla scelta della lista dei candidati per il consiglio.

La seconda riguarda il quorum richiesto per la sfiducia del sindaco. Non si richiede più per l’approvazione della mozione il voto favorevole dei due terzi dei consiglieri assegnati al Comune, ma quello della maggioranza assoluta.
Con le modifiche suindicate si vorrebbe attuare una vera e propria controriforma tendente a snaturare l’elezione diretta del sindaco ed è sorprendente che su questo terreno ci sia stata una convergenza della destra e della sinistra.
La maggioranza parlamentare che ha sostenuto il tanto vituperato governo Lombardo aveva modificato la legge, facendo venir meno l’effetto trascinamento, mentre oggi la maggioranza che sostiene il rivoluzionario Crocetta intende tornare al passato, sottovalutando del tutto gli effetti della nuova disposizione, prima fra tutti la proliferazione delle liste, votando le quali si vota anche per il candidato sindaco collegato. Si riduce, per contro, nella fase elettorale, la visibilità dei candidati alla carica di sindaco. Dopo l’elezione, il sindaco neoeletto sarebbe costretto a infinite mediazioni con i consiglieri delle varie liste. Il che contrasta nettamente con lo spirito dell’elezione diretta del sindaco introdotta in Sicilia prima che nel resto del paese.

La condizione del sindaco eletto di ostaggio delle liste è aggravata con la riduzione del quorum richiesto per l’approvazione della mozione di sfiducia.
Passando dai due terzi alla maggioranza assoluta, il sindaco è posto alla mercé di piccoli gruppi, ai quali viene attribuito un forte potere di interdizione.
Né si dica che la modificazione del quorum allinea i comuni all’Assemblea regionale siciliana. Per i deputati, tutti intuiscono la ragione per la quale è estremamente improbabile che la maggioranza assoluta di essi voti a favore della mozione di sfiducia al Presidente della Regione. I consiglieri, invece, potrebbero essere sensibili a forti pressioni di ogni genere. Le due situazioni sono del tutto diverse.

Se queste saranno le conseguenze della controriforma, sarebbe stato più onesto tornare al vecchio sistema, a suo tempo abbandonato in nome della governabilità. L’effetto trascinamento e la possibilità di sfiduciare il sindaco con il voto della maggioranza assoluta dei consiglieri rendono i comuni assolutamente non governabili con conseguenze gravissime per le comunità locali.

Chi scrive non ha ancora avuto la relazione che accompagna il testo del disegno di legge esitato dalla Commissione. Sarebbe certamente interessante conoscere che cosa non è andato bene in questi ultimi anni e a quali esigenze si colleghi la proposta della criticata controriforma.

Nino Di Guardo
Sindaco di Misterbianco
Misterbianco, 21/03/2016

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