IL TRAVAGLIO POLITICO DI PIPPO LONGO ED IL SUO MANIFESTO IMPERFETTO

Sarà forse l’intransigenza che ho imposto alla mia stessa emancipazione, ma mi rimane una certa idea della politica che per me non può mai essere separata dalla coerenza.

Ricorrendo questa condizione, le opinioni liberamente e ragionevolmente professate meritano tutto il nostro rispetto quando le conclusioni risultano congruenti con la premessa annunciata.
Venendo, dunque, al manifesto di Pippo Longo, conosco le sue competenze e le benemerenze di appassionato militante del MSI oggi Alleanza Nazionale, sotto il cui simbolo è stato eletto più volte al Consiglio Comunale e poi a quello Provinciale, confermando un indiscusso successo personale.
Ed ingannerei me stesso, per i miei trascorsi politici, se, dinanzi al proclama del suo manifesto, che rispecchia la condizione dei bisogni morali ed ideali, non volessi scorgere la legittimità delle sue pubbliche dichiarazioni.
Proprio per le considerazioni anzidette, riconoscendogli il credito che lo ha contraddistinto nel suo impegno, senza alcun imbarazzo potrei approvare la dirittura di carattere anche di un avversario e manifestargli da concittadino il mio ragionamento, interessato soltanto ai propositi ed agli intendimenti migliori di chiunque si dichiari disponibile ad esercitare un’azione utile per i cittadini di Misterbianco.
Non si tratta qui di affermare le grandi linee della politica nazionale o i temi delle grandi sfide ideologiche, dove le contrade etiche ci distanziano, ma di ricercare nelle aggregazioni sociali del nostro agglomerato urbano il senso comune perchè il Grande Condominio del Palazzo Comunale diventi il posto in cui ad ogni cittadino-condomino possa riconoscersi il diritto alla partecipazione e alle scelte, senza il rischio di avere le sorprese non rassicuranti che sono già in movimento e che invece bisogna evitare.
Nel segnalare, perciò, a Pippo Longo le imperfezioni dei suoi cartelloni, ritengo di compiere un dovere di lealtà verso Misterbianco ed insieme un atto di “disinteressata” collaborazione alle persone di buona volontà.

E’ mia abitudine, infatti, attenzionare i messaggi politici ed interrogarli non tanto per quello che dicono ma soprattutto per quello che tra le righe può trasparire, perchè non basta essere onesti per aspirare col manifesto ad una diffusione delle proprie idee e ad influenzare, ma bisogna anche essere capaci di salire in cattedra.
E il manifesto è appunto come una cattedra dalla quale si informa e si predica ad un pubblico adulto, che sta a leggere attentamente e che ne trae alla fine le sue impressioni.
Ma le circostanze in cui le dichiarazioni di Longo si sono nel tempo alternate hanno comportato via via incongruenze certamente non prive di riflessioni, che spero non siano trascurate da Pippo, ma che le consideri come le più sinceramente amichevoli che gli sono rivolte.
Ora non pretenderò certamente di fare il Solone nel giudicare il perdurante suo travaglio politico, ma colgo, nei cartelloni che espone con zelante impegno davanti alla sezione, fatali contraddizioni evidenziate dalle reiterate sue contrapposizioni all’operato della Giunta Comunale o alla Dirigenza del suo Partito, le quali, però, cozzano alla fine con l’imperfezione del titolo dato all’ultimo suo manifesto ”non lascio nè Partito nè idee”.
Posso anche credere, anzi concordo, nelle buone ragioni che spingono Longo ad un giudizio negativo sull’Amministrazione Comunale, ma non riesce comprensibile la sua opposizione allorquando la sezione locale di A.N. ha continuato a tenere in Giunta un incarico assessoriale e siede in Consiglio nella maggioranza di centrodestra dal 2002, a seguito del successo elettorale di cui Longo fu anche artefice, nonostante fosse allora inopportunamente costretto a ritirare la propria candidatura in favore di Ninella Caruso, imposta dai patteggiamenti della coalizione

Non basta ora, in prossimità di nuove elezioni, comiziare una “autosospensione” che sa di indovinello, puntando il dito accusatore sul tradito rigore ideologico di Alleanza Nazionale e con l’altra mano agitando la bandiera di A.N., il partito dei nuovi acrobati del trasformismo, tanto indigesto a Pippo Longo e dal quale in verità egli ci tiene giustamente a dissociarsi.
A proposito ed in ragione della sua posizione critica sulle ambiguità di Alleanza Nazionale, vorrei riportargli alla memoria un manifesto del MSI, dove il suo vecchio Segretario Giorgio Almirante, allorquando si doveva mettere in pratica l’ordinamento regionale previsto dalla Costituzione, si faceva raffigurare con un’Italia spezzettata ed un grandissimo NO, a cui seguì poi, nell’Aula di Montecitorio, il suo intervento di ben 8 ore per rafforzarne la coerenza.
E’ inconfutabile che oggi, invece, i suoi eredi si sono lasciati dietro la fiamma tricolore, il suo nazionalismo ed i concetti ideologici per trascinare la bandiera in un’avventura di potere sul terreno parascissionistico assieme alla Lega di Bossi/Calderoli o per fare i soldati di ventura portando avanti le altrui idee nella Casa del Cavaliere.

A tutto questo Pippo Longo non ci sta, ma tra il procurato aborto della sua candidatura a Sindaco e tra le strizzatine d’occhio alle rielezioni in Consiglio Provinciale, egli patisce con rassegnata condiscendenza le intense sperimentazioni biotecnologiche di Alleanza Nazionale, dove la mutazione genetica e molecolare ha superato l’incredibile.
E’ davvero triste per Pippo rendersi conto di dover stare in un Partito svuotato di ideali e di valori morali, tra camerati senza più gli orizzonti del “fiero missino”, costretti a chinarsi per cogliere la mancia o una qualsiasi utilità.
E poichè sono convinto che ogni rinuncia alla coerenza la si paga non solo nella propria coscienza, ma nell’irresponsabilità di coperture pasticciate che non spiegano e non chiariscono nulla, in quel “non lascio nè Partito nè idee” la figura peggiore la fa certamente lui, Pippo Longo, che dichiara di voler restare ancora in un Partito già consegnato al carrozzone dell’intrigo politico e dell’abiura di se stessi.

Dunque, mi lascia perplesso “l’imperfezione” di quel manifesto e, nonostante l’onestà intellettuale di Longo e la sua fedeltà agli ideali del MSI, ritengo velleitaria e riduttiva a pochi mesi dalle elezioni la proposta del suo progetto politico per Misterbianco2007.
Mi sarei aspettato da Pippo Longo una visione dialettica più vasta che, lungi dal mostrare in tale circostanza la filigrana dell’ipotetico candidato, aprisse invece un dialogo con tutte le aggregazioni della società misterbianchese, di esporla alle sue responsabilità, di parlare dei patteggiamenti con i quali si impongono le candidature vincenti o di spiegare le trame nascoste con le quali si vincono le elezioni, di puntare il dito sul fatto che i partiti a Misterbianco sono spariti per trasformarsi in Società d’investimenti o in caste di eletti, e che le commissioni di lavoro del Consiglio Comunale sono diventate un lucro di queste caste, uno strumento di sbarramento e di interdizione tra paese reale e paese legale, cioè un paese senza società, in cui ha potere non la partecipazione e la democrazia ma i nuovi padrinati ed i suoi comparaggi.

E per realizzare questo occorre molto coraggio e coerenza, diversamente dubito molto che i propositi di Pippo Longo e della sua “Alleanza per Misterbianco” saranno recepiti dai lettori-elettori.
Loro vorranno capirci di più e si chiederanno, piuttosto, se non sarebbe stato più conveniente al “romanticismo” di Pippo Longo una coerenza a rompere quest’ultimo anello che lo lega ad un partito il quale, allo stato attuale, persegue l’inganno di politiche demagogiche e che, come egli stesso afferma, ha prodotto al suo interno la perdita del senso morale e della dignità.
Soltanto dopo aver valutato e collocato la sua figura nella giusta dimensione egli con più serenità e convinzione avrebbe potuto consentirsi di sostenere quella valenza progettuale in un nuovo “Manifesto per Misterbianco”, attorno al quale si sarebbe potuta avvalorare e sviluppare la spontaneità di quella opinione pubblica misterbianchese, obbligata ancora a restare in una posizione di passività alla mercè dell’ultimo galoppino od imbavagliata dal padrinato emergente e dal suo comparaggio politico.
E questa partecipazione non può essere suscitata se la parte più impegnata e più rappresentativa, SOPRATTUTTO LE PASSIONI DELLA NOSTRA GIOVENTU’ E LE SUE ASPIRAZIONI, vengono manipolate con gli artifizi devianti del populismo d’occasione e non vengono invece sperimentate a recuperare il clima ed il linguaggio della vera politica per la elaborazione di idee e per la loro preparazione non solo all’autogoverno locale ma a tutte le Assemblee elettive.
MOLTO DIPENDE DA QUELLO CHE SI SEMINA.
SE SI SEMINA GRAMIGNA, SI TROVERA’ E SI RACCOGLIERA’ SOLTANTO GRAMIGNA.
Da qui bisogna partire per la vera alternativa del futuro, senza la pretesa di essere accarezzato dall’immediato favore popolare, anzi con la consapevolezza di poter rimanere talvolta soli con le proprie amarezze.
Per ragioni di equidistanza scomoderò la magnifica espressione di un giornalista liberale d’impronta risorgimentale, Luigi Albertini, il quale visse profondamente il suo complesso rapporto con le vicende politiche del tempo. Fatto tacere tra gli anni 1923-25 e ritirandosi a vita privata, egli così scriveva: “meglio sempre rimanere soli intorno ad un faro che avventurarsi nelle tenebre in cattiva compagnia....., salvo la mia dignità e la mia coscienza”.
Addì, 20 Ottobre 2006

( ENZO ARENA )
Visita ”il sito di enzo arena” su www.webalice.it/arenavincenzo

tags: