Esagerata l’irruenza della tifoseria del Santo protettore

Pasquale MusarraEsagerata l’irruenza della tifoseria del Santo protettore, ma tenetevelo ben caro e stretto  nei salotti delle vostre case, fercoli, “varette”, e totem vari del buon eremita Antonio. E chi ve lo tocca miei cari signori devoti!!!

Anzi vi dirò di più, fate tutte le feste dei santi che volete, due volte l’anno o anche tre volte l’anno o tutte le settimane visto l’amore e l’attaccamento per i vostri santi in paradiso.

Ma d’ora in poi fatelo con i soldi delle vostre tasche, con i vostri risparmi!!!

I soldi della mia città, vanno spesi con dovizia ed oculatezza, per i servizi sociali, per la scuola, per i libri di testo, per il trasporto gratuito dei nostri ragazzi, per un efficiente collegamento tra centro e periferia, per una sana e moderna gestione dei rifiuti, per i parchi giochi dei nostri piccoli cittadini, per i centri di aggregazione, per l’acqua pubblica, per i centri sportivi, per una piscina comunale, insomma per rendere vivibile la mia città e dare un buon governo al mio paese, Misterbianco.

E poi, per togliere ogni insana ipotesi demagogica che è stata sollevata a reazione del mio articolo, volevo sottoporre all’attenzione di alcuni irruenti lettori un mio punto d’osservazione sul senso della festa e delle vere tradizioni popolari misterbianchesi.

Quanto ci costa a noi cittadini di Misterbianco, alle casse del nostro Comune, la festa che ogni anno la seconda domenica di settembre si organizza nello storico piano della Madonna degli Ammalati. A me risulta che non ha nessun costo o dei costi irrisori, eppure per 5 giorni, 5 meravigliosi giorni, il popolo di Misterbianco vive una delle magie più straordinarie della sua storia, il ritorno nella sua terra d’origine “Campanarazzu”.

Rendere omaggio e rispetto alle nostre tradizioni, alla nostra cultura, alla nostra storia non servono, ed oso dirlo con forza e vigore, totem, idolatrie o simulacri, serve la Memoria, l’Intelligenza e la Passione di un popolo unito e laborioso che sappia ricostruire, così come hanno fatto i nostri avi, pietra sopra pietra una Città, Misterbianco.

Ed è un mio forte augurio che nel prossimo futuro, amministratori, chierici, ragionieri o ”massari”, non sperperino  i denari del nostro paese per creare “reticolati di potere” innalzando fercoli o paletti che limitano il passo al cammino dei misterbianchesi.

A tal proposito auspico, nel breve tempo, che ci venga fornita da chi ne ha gestione e controllo una doverosa rendicontazione delle spese del nostro comune, dettagliando il flusso delle entrate e delle uscite con annesse giustificazioni.

Per l’avvenire, spero, e lo auspico con profonda e sincera “religiosità” laica, che prima di spendere cospicue somme di denaro pubblico per qualsiasi tipo di manifestazione religiosa e non, si dia maggiore attenzione ai bisogni dei nostri concittadini in stato di necessità: a quelli che dormono in macchina perché non posso pagarsi il canone di locazione, a quelli che si privano delle medicine e delle cure mediche, a quelli che non possono mandare i loro figli a scuola, a quelli che non possono alimentarsi in modo adeguato e dignitoso, a quelli che non possono praticare alcun tipo di sport, a quelli che non possono acquistare un libro, un giornale o una rivista, a quelli che non possono permettersi un solo giorno di vacanza.

Per tutto questo e per tanto altro ancora in futuro spero che quel tappeto di gente si organizzi e sudi e usi la loro Intelligenza per creare servizi pubblici efficienti e di qualità usufruibili da tutti i cittadini.

Mia cara signora devota, che con impeto religioso ha commentato il mio articolo apparso su Misterbianco.com,  le chiedo con molta umiltà, di non augurarsi mai l’oblio di un suo simile, come da lei scritto:

“… Il mio solo augurio é che, a cadere nell'oblio, sia quest'uomo e chi come lui, si augura e tenta di distruggere tradizioni centenarie, che non sono altro che parte delle nostre origini! Mi vergogno profondamente di dovermi definire compaesana di gente simile”,

e non perché abbia particolarmente paura della morte ma  perché inevitabilmente mi richiama alla memoria gesta ed azioni di estrema intolleranza dei suoi correligiosi nei tempi dell’inquisizione, quando bruciavano e martirizzavano uomini e donne nelle pubbliche piazze solo perché rifiutavano di adorare “dei busti in gesso”.

Sappi, altresì, che nell’intendere la prima presenza nel mondo valuto la mia vita una “sacralità”.

Pasquale Musarra

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Commenti

Una sola domanda mi sorge

Una sola domanda mi sorge spontanea, ma Pasquale Musarra è di origine Misterbianchese?

Ma perchè non scrive un libro, o qualche poesia inerente alla Festa, un opera importante per rendere omaggio al Santo, cosi tutti possiamo apprezzare e vivere ancor più intensamente questi giorni di devozione.

Pasqualino Longo

L'invito del Sig. P. Longo

L'invito del Sig. P. Longo fatto al Sig. P. Musarra mi sembra alquanto assurdo; sarebbe un'incoerenza comporre un'opera in omaggio a S. A. nutrendo opinioni avversi alla festa del patrono. Opinioni rispettabili e per alcuni aspetti condivisibili.

Turi Palmeri

Caro Turi, ti invito  a

Caro Turi, ti invito a cogliere il pieno significato del mio intervento, anche se il mio invito lascia il tempo che trova, ti ricordo che la mano divina non ha limiti.

Pasqualino Longo

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