Emergenza rifiuti in Sicilia, dalla discarica di Motta al modello Capannori

Basta Discarica - Misterbianco e MottaIl tema del ciclo dei rifiuti in Sicilia rischia di diventare una vera propria bomba ad orologeria pronta ad esplodere da un momento all’altro. Tantissime le questioni aperte in cui si registra un clima di tensione che cresce tra la popolazione. Tra queste, in particolare, il problema legato all’attività della discarica di Misterbianco e Motta.

l tema del ciclo dei rifiuti in Sicilia rischia di diventare una vera propria bomba ad orologeria pronta ad esplodere da un momento all’altro. Tantissime le questioni aperte in cui si registra un clima di tensione che cresce tra la popolazione. Tra queste, in particolare, il problema legato all’attività della discarica di Misterbianco e Motta Sant’Anastasia, nel catanese, che sorge in località Siele a poca distanza dai centri abitati dei due comuni interessati. La discarica non solo è in aperto contrasto con la normativa vigente, in quanto ubicata appunto ad una distanza del centro abitato notevolmente più vicina dai parametri fissati dalla legge, ma addirittura continua la sua attività malgrado Domenico Proto titolare della OIKOS, società proprietaria dell’impianto, sia stato a luglio 2014 arrestato dalla Procura di Palermo per corruzione, ritenuto tra l’altro vicino ad ambienti mafiosi locali. La discarica quindi continua ad operare in regime di deroghe concesse dalla Regione Siciliana, che sulla scorta dell’emergenza rifiuti accorda continue proroghe, continuando a ricevere i rifiuti di ben 60 comuni e procurando enormi disagi ai cittadini dei due comuni vicini, che da anni sopportano le esalazioni e i cattivi odori provenienti dal sito.

Come si può capire, siamo in presenza di una “perfetta” anomalia tutta italiana lo “Stato che viola lo Stato”, se si pensa che l’attività illegittima della discarica, oggi è gestita dallo Stato in quanto si trova in procedura giudiziaria. E come non parlare di quello che sta succedendo nella collina di Vaccarizzo in contrada Codavolpe e grotte San Giorgio dove si sta realizzando una nuova discarica, oltre a quella già esistente, da tempo ormai satura di rifiuti e dove sembrerebbe vi siano in attività di utilizzo dei gas prodotti dai rifiuti che stanno provocando anche qui disagi ai cittadini residenti. Tutto questo in una zona di grande pregio ambientale in quanto vicina all’oasi del fiume Simeto.

Che dire? A quando una politica regionale seria sul ciclo dei rifiuti, magari che osservi con una certa attenzione quanto disposto dalla comunità europea e che sia in grado di guardare verso obiettivi di sostenibilità e partecipazione dei cittadini? Un modello in particolare da prendere come esempio, è quello realizzato a Capannori comune di 46 mila abitanti in provincia di Lucca, dove è stato realizzato un sistema di raccolta differenziata e di riciclo, che nel 2011 ha raggiunto il 75% del riutilizzo dei rifiuti prodotti e che mira entro il 2020 a raggiungere il traguardo di “zero rifiuti”, per comprendere una volta per tutte, che non stiamo parlando di utopia, ma piuttosto di progetti realizzabili e concreti che possono cambiare da un lato il destino dei territori e dall’altro creare importanti opportunità occupazionali legati ad un corretto e praticabile ciclo dei rifiuti. Per questa ragione, la manifestazione del 10 ottobre prossimo organizzata dai comitati cittadini, assume una rilevante azione di denuncia su quanto sta accadendo a Misterbianco e a Motta Sant’Anastasia, laddove si ferma lo stato e incespica con apparati burocratici e interessi locali, avanza la legittima protesta dei cittadini stanchi di subire.

Claudio Longo
02/10/2015
violapost.it

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