Elezione o Sorteggio... della classe dirigente del comune??

Voto Misterbianco Il bene della città sta veramente nel cuore di tutti?
Può darsi di sì... ma all’evidenza dei fatti molti dubbi resistono.
Ritengo, comunque apprezzabile il messaggio pubblicato giorni addietro in questo sito dai Parroci di Misterbianco, i quali hanno voluto sintetizzare in 4 punti i criteri etico-politici a cui dovrebbero attenersi i candidati interessati alle prossime elezioni amministrative del nostro Comune.
Onesto è sicuramente lo scopo dei Parroci, ed io alla condivisione della saggezza delle loro intenzioni vorrei aggiungere la mia consapevolezza di una realtà nella quale, purtroppo, inseguendo l’avida gestione del profitto nel groviglio di un sistema iniquo, allo sterminio del paesaggio si è accompagnato anche lo sterminio della dignità, vanificando i valori etici e rendendo la semplicità come qualcosa di difficile a farsi.

Perchè questa è la grave anomalìa che incombe su incoscienti manovalanze politiche che non spiegano e non chiariscono nulla, a cui il popolo distratto è obbligato a credere.
Premetto che la mia storia mi colloca col popolo della sinistra ed intendo la politica come una scienza che edifica la “polis”, regola lo stato sociale ed educa alla solidarietà con i suoi ordinamenti.
Non ho sfiducia, dunque, verso la politica... mi indignano, invece, i mestieranti della MALAPOLITICA e gli “accattoni” del VOTO DI FAVORE.
Perciò mi corre l’obbligo dover esternare una mia riflessione su questo momento elettorale in corso.

I VOTI DI FAVORE SONO L’ABORTO DELLA DEMOCRAZIA E LA MISTIFICAZIONE DEL DIRITTO!
Ritengo, infatti, che le elezioni dovrebbero essere sentite dai cittadini-elettori e dai cittadini-candidati come un importante coinvolgimento di valori essenziali e di partecipazione in una società nella quale ognuno possa sentirsi UOMO LIBERO TRA LIBERI ED UGUALI.
Un coinvolgimento di cui tutti debbano prenderne coscienza per valorizzare l’espressione del voto e non ridurlo, invece, a bottino elettorale per scellerati “VOTI DI FAVORE” consegnati all’amico od al parente.
In verità, come ebbi a scrivere in un precedente mio commento (ELEZIONI 2012-UNA OCCASIONE PER LA RINASCITA DELLA SINISTRA A MISTERBIANCO), avevo previsto quale sarebbe stato l’excursus di questa campagna elettorale 2012 a Misterbianco.
Lo dimostra quel comizio di domenica scorsa 25 marzo in Piazza Mazzini, intriso di un disgustoso revanscismo dove vocazione di potere e tracotanza si materializzavano rozzamente nel (ri)candidato sindaco DI GUARDO con un ripetitivo copione limitato soltanto al pungente sarcasmo di un ridicolo show per procacciarsi l’attenzione spassosa degli illusi o dei distratti, di cui il suo “leaderismo” populista può facilmente circondarsi.
Questa non è politica della città, è solo barbarie culturale.
E’ l’immagine camuffata da “SINDACO PER PASSIONE” legato alle sue poltrone.
Abiurando il proprio connotato pidiessino, costui si trasforma in campione dello SLALOM POLITICO che strizza a chiunque l’occhio contro ogni logica e decenza per tenersi il sedere al calduccio, e tiene aperta ogni possibile via a destra, a centro, a sinistra, sponsorizzandosi infine nel qualunquismo plaudente di quelle liste civiche allettate solo dal profitto di nomina al Consiglio Comunale.
Sicuramente ai distratti plaudenti dell’ilarità del teatrino sono sfuggite alcune evidenze, ma quella sera sul palco comiziale assieme al “Sindaco per passione” si intuivano già aliene presenze nonchè il malcelato odore di arcane complicità e patteggiamenti, per cui questo Sindaco passionale PROBABILMENTE CE LO POTREMMO RITROVARE PERSINO SINDACO DI UN CENTRO-DESTRA progettato a sua misura con la regìa occulta dei fedelissimi di quel “don RAFFAELE”, col quale Di Guardo(presunto ex PD) ama riprodursi giocando con accordi d’azzardo da politicante senza etica.
Raffigura il prodotto della decomposizione politica in atto nella società misterbianchese, caduta nella pigrizia intellettuale, in un inconscio annullamento incapace di attrezzare nuovi soggetti giovani emergenti.
Soprattutto non aiuta la ricerca del cambiamento nè incentiva i giovani all’autogoverno locale, ma è la sindrome di quella sua anemìa politica, i cui effetti dirompenti non fanno onore alla cultura di Misterbianco e alla reale democrazia.

Misterbianco ha bisogno di una avanguardia giovane, ma di QUELLI che si sono formati nel dibattito sociale e politico del paese e che nella loro militanza politica hanno dimostrato di essere una risorsa da farne diventare un “BENE COMUNE”.
Oggi, invece, si assiste, ad una corsa sfrenata all’incarico di consigliere, in maggior parte rampolli o avventurieri a caccia del “bengòdi”, che hanno rappresentato o rappresentano la collezione dei nuovi modelli di candidati al “CASTING” del politicantismo: rospi e ranocchi che saltellano a destra e a manca da un pantano all’altro, in “liste civiche” dell’opportunismo ammantate di ambigui simboli.
Taluni sono consiglieri uscenti “indipendentizzati” in attesa del migliore offerente, altri sono figuri ingaggiati per meriti migratori o per transumanze ideologiche.
E a questi si aggiungono le “nuove leve” del tornacontismo.
Tutti in fila, espropriati della propria identità dietro il loro “capoposto”.
Un mercato della “DEMOCRAZIA DEI FURBETTI”, dove tutto si può vendere o comprare senza alcun vincolo etico e con l’imbonimento capzioso.
Nella nostra Misterbianco gli esempi sono così ricorrenti che possiamo toccarli con mano.
Fingere di non vedere e chiudere gli occhi sarebbe il suicidio collettivo della democrazia.
Per riconoscerli basta raccogliere i SANTINI dello spreco che a dismisura spargono ad ogni appuntamento elettorale o fissare i loro “incollati” faccioni in GIGANTOGRAFIE o MANIFESTI, dove simili a làpidi vi parcheggiano anche i loro babelici slogans.
E’ un pullulare di “MAGGIORDOMI” e NOVELLI ASPIRANTI nella Fiera di questo mercato elettorale che, visti i prodotti dell’offerta, danno un senso di nausea e sdegno.
Una campagna promozionale intrisa di sgradevoli espedienti e di farsa carnevalesca, che rivelano il grave deterioramento culturale nel modo di intendere la democrazia ed i compiti di rappresentanti del popolo eletti a pubbliche funzioni.
Ma dinanzi allo scempio che uscirà dal risultato mi vagheggia in mente una proposta (certamente irrealizzabile perchè non suffragata dalle norme di Legge), ma voglio lo stesso concedermi la stravaganza di esprimerla, confortato dalla convinzione che SE L’UTOPIA E’ IL MOTORE DELLA STORIA, ADESSO ABBIAMO PIU’ BISOGNO DI ESSA PER SPERIMENTARE NUOVE IDEE ALLA NOSTRA DEMOCRAZIA COLLETTIVA.

E SE IN FUTURO POTESSIMO SCEGLIERE A SORTEGGIO LA CLASSE DIRIGENTE DEL COMUNE ?
Piuttosto che subìre la decadenza culturale e morale della democrazia, sarebbe auspicabile che i nominabili al Consiglio venissero designati a scadenza “per sorteggio” tra i cittadini delle liste proposte dalle rispettive organizzazioni politiche, che, nonostante i difetti, dovrebbero diventare i laboratori che servono a costruire non solo le idee ma anche a selezionare la valenza di una classe dirigente. Dal consesso dei consiglieri nominati, verrebbero eletti il Presidente, il quale assumerebbe il ruolo che riveste l’attuale carica di Sindaco, e i componenti di Giunta su proposta dello stesso Presidente.
Dunque, se in un prossimo futuro al voto popolare (limitatamente alle elezioni dei Consigli Comunali) per scegliere i candidati si potesse sostituire il sorteggio, senza dubbio sarebbe una democrazia più reale in confronto all’ignobile teatrino dell’assedio alle libertà di coscienza da parte di CHI IN STRADA E NEI QUARTIERI ESIGE i “VOTI DI FAVORE”.
Può sembrare una provocazione la mia proposta (e forse lo è), ma le mie ragioni sorgono da due evidenti constatazioni che:

-col VOTO PLEBISCITARIO le elezioni favoriscono sempre i manipolatori, i furbetti o i più ricchi che possono permettersi di “SPETTACOLARIZZARE” la propria candidatura per autolegittimarsi la nomina con il SENSAZIONALE.

-col SORTEGGIO, invece, possono appiattirsi almeno le differenze personali, riequilibrando nei cittadini quelle disuguaglianze sociali e stimolando nei Partiti il miglioramento delle loro rappresentanze consiliari ai processi decisionali del nostro Comune.
E comunque eviteremmo questa santimònia di candidati improvvisati e reclutati in “LISTE CIVICHE ETEROGENEE” per strategie di opportunità elettorale nell’ignobile farsa dell’irrazionalità di una oscena democrazia di ciarlatani, disponibili a qualsiasi matrimonio di interessi sulla pelle dei cittadini.
Sarebbe, inoltre, per L’Ente Comunale un consistente risparmio economico oltre che una palestra nella quale i cittadini possano esercitarsi, confrontarsi e forgiarsi nelle competenze alla gestione della cosa pubblica in un governo di tutti.

Per Aristotele la democrazia era “governare ed essere governati a turno”.
Da lui ci separano quasi 2.500 anni, ma vale ancora il suo pensiero: L’ELEZIONE E’ TIPICA DELLE ARISTOCRAZIE... IL SORTEGGIO E’ IL VALORE DELLE DEMOCRAZIE.
L’idea non sarebbe errata. Se fosse applicabile aiuterebbe gli ENTI LOCALI a trasformarsi in fucina di formazione culturale e specchio della società territoriale, elementi essenziali per esportare poi al PARLAMENTO quella tendenza a trasformare la politica parlamentare in specchio reale dell’intera Nazione.
Ma nel frattempo NON POSSIAMO PERMETTERCI CHE IL VOTO DEL 6-7 MAGGIO DIVENTI “UN VOTO DI FAVORE” all’amico od al parente, MA SIA UN VOTO CHE RESTITUISCA LA RAPPRESENTANZA AL SUO AUTENTICO VALORE DEMOCRATICO.
E tra le liste in campo CREDO nel valore di quelle liste che sostengono il candidato Sindaco MASSIMO LA PIANA per restituire al nostro paese la propria identità sociale e per attrezzarla di una nuova squadra di governo locale.
SOSTENIAMOLO-SOSTENIAMOLO-SOSTENIAMOLO!!!

Enzo Arena
www.webalice.it/arenavincenzo

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