Dieci ore in fuga, poi Luigi crolla. I retroscena della 'faida dei gelati'

Omicidio MisterbiancoBraccato per tutta la notte, alle nove di stamattina ha deciso di costituirsi. Si stava dirigendo nella caserma dei carabinieri, quando i militari lo hanno notato e subito bloccato: è finita dopo 12 ore la fuga senza meta di Luigi Consoli di 64 anni, il gelataio che ieri sera ha ucciso a colpi di pistola suo fratello, Giuseppe ‘Pippo’ anche lui gelataio, molto conosciuto a Misterbianco e ferito la cognata Giuseppa Pappalardo ricoverata in ospedale, ma non in pericolo di vita.

Luigi Consoli (nel riquadro della foto) di fronte al magistrato, in caserma, è rimasto impassibile: ha consegnato la pistola, la calibro 7.65 utilizzata per sparare e poi ha offerto il suo racconto.

Ha detto di aver litigato verbalmente con suo fratello per una vecchia questione, un rancore antico che aveva trasformato in collerico il rapporto familiare con il fratello, accusato di avere ‘sconfinato’ nella vendita dei gelati.

Pippo, infatti, ogni sera con la sua moto ape si piazzava dinanzi l’uscita dei campetti della scuola che ha sede in contrada “Milicia” a pochi passi dal centro storico di Misterbianco e li attendeva i ragazzini che dopo avere giocato al pallone si fermavano per comprare il gelato.

Per Luigi che abitava a meno di cento metri dalla scuola, questo era un affronto. ‘Non devi venire qui’, avrebbe detto Luigi a Pippo che di rimando gli avrebbe risposto, ‘mica abbiamo un contratto”.

E’ a questo punto che Luigi avrebbe replicato ‘te lo do io il contratto” allontanandosi verso casa nella quale ha armato la pistola per fare fuoco. Nella foga avrebbe rivolto l’arma anche contro la moglie di Pippo, ma non con l’intento di ucciderla.

Non è escluso infatti che Giuseppa Pappalardo sia stata colpita due volte di striscio. Alla follia omicida di Luigi Consoli, avrebbe assistito la figlia di Pippo, nipote dell’assassino, la stessa che avrebbe informato i carabinieri mettendoli sulla giusta strada.

Così è iniziata una gigantesca caccia all’uomo: i militari hanno presidiato le sue abitazioni e quelle dei suoi figli. Luigi Consoli ha trascorso la notte in un casolare di campagna e all’alba con i vestiti ancora sporchi di sangue si è diretto, a piedi, verso la caserma. Non aveva altro da fare. Anche se, forse, ha pure meditato di togliersi non trovando però il coraggio per il gesto estremo.

Brunic
catania.blogsicilia.it
13/03/2014

tags: