Di Guardo: «La Simeto Ambiente pensa soltanto a intimorirci»

Nino Di GuardoNon vanno giù al sindaco di Misterbianco le dichiarazioni del commissario liquidatore della Simeto Ambiente, società che ha gestito il servizio di raccolta dei rifiuti solidi urbani per i 18 comuni etnei dell'ex Ato3, dopo che il primo cittadino aveva chiesto di uscire dalla società e di riappropriarsi delle proprie funzioni pensando in proprio al recupero dei crediti.

«Definire illegittimo da parte del commissario liquidatore Angelo Liggeri - scrive Di Guardo in una nota - il riappropriarsi delle proprie funzioni da parte dei Comuni è una sciocchezza e serve solamente per creare allarmismo nei sindaci di un temuto danno erariale inesistente». Una battaglia sulla trasparenza e sul contenimento delle spese già avviata nei mesi scorsi da Di Guardo assieme al suo assessore Angela Vecchio in occasione del rinnovo del collegio sindacale.

«Vorrei ricordare al commissario Liggeri - dice il sindaco Di Guardo - che l'ente impositore è il Comune e che le sue funzioni sono state delegate alla società di gestione che, adesso è in liquidazione e quindi cessate per legge, quindi il danno erariale sarebbe al contrario se i Comuni non esercitassero le proprie funzioni di recupero dei crediti». Su questa posizione il sindaco Di guardo tiene a precisare che ci sono norme che valgono per tutti e che disciplinano questi passaggi di competenze.

«Questa del danno erariale paventato - continua il primo cittadino - è un grimaldello utilizzato dalla Simeto Ambiente per intimorire noi sindaci e continuare e fare continuare la fase di liquidazione per anni, difendendo così solo privilegi che poi peseranno interamente sui miei cittadini al momento di pagare la tassa dei rifiuti». Mantenere in liquidazione la Simeto Ambiente, costerebbe al Comune di Misterbianco quasi 600 mila euro l'anno, una somma importante per i Comuni alle prese con i tagli di bilancio.

«Per il corrente anno - incalza ancora Di Guardo - la Simeto Ambiente ha previsto un bilancio di 5 milioni di euro che servono solamente a pagare onorari e stipendi, per altro con contratti onerosi. Basti pensare che il ragioniere generale del mio Comune costa la metà di un dirigente della società che arriva a 100 mila euro l'anno e tra l'altro assunto senza concorso e con metodi clientelari, quando in tutta Italia, nelle società di gestione, si è utilizzato il contratto degli enti locali e non quello di Federambiente». Di Guardo infine lancia un appello ai colleghi sindaci degli altri Comuni affinché si affranchino da un carrozzone che ha provocato solo danni.

«La cosa più assurda in questa vicenda è che la Simeto Ambiente - conclude Di Guardo - anziché prendere atto che la società è in liquidazione e non deve operare, cerca invece di rimanere in vita, ma solo per difendere privilegi di posizione».

La Sicilia
16/03/2014

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