Il prossimo fine giugno chiuderà la vecchia discarica di contrada Tiritì a Motta Sant'Anastasia, ma vicina al centro abitato di Misterbianco e che ha accolto per decenni i rifiuti indifferenziati.
Questa è la notizia più importante dell'incontro, il terzo in meno di due mesi degli amministratori comu ali con il presidente Lombardo e altri funzionari della Regione.
La Sicilia
15/03/2012
Lunedì pomeriggio a Palermo i rappresentanti del comitato cittadino, presenti il sindaco Ninella Caruso, l'assessore all'Ecologia Franco Galasso, il capogruppo ed il segretario del Partito democratico, Massimo La Piana e Josè Calabrò, Maria Caruso, Antonino Condorelli e gli on. Lino Leanza e Nino Di Guardo hanno incontrato il dirigente generale dell'assessorato regionale all'Energia che si occupa dei problemi legati ai rifiuti, dott. Vincenzo Emanuele.
Nel corso dell'incontro i presenti hanno nuovamente ribadito e rappresentato i motivi della protesta e la richiesta di annullamento in autotutela del provvedimento che autorizza l'apertura della nuova discarica, nel sito adiacente a quella funzionante e che è destinata a ricevere i rifiuti indifferenziati previo trattamento.
Un sito che i cittadini ritengono non idoneo perché vicino al centro abitato di Misterbianco e in contrasto anche con le distanze minime richieste dalla legge e che negli anni ha procurato notevoli disagi ai cittadini per i forti odori nauseabondi.
L'unica assicurazione avuta è stata quella che il vecchio impianto alla fine del mese di giugno sarà chiuso e che dovrà iniziare la procedura di bonifica.
Per quanto riguarda l'impianto nuovo il dirigente ha assicurato che sarà costantemente monitorato e che in loco saranno inviati degli ispettori per i dovuti controlli.
Per la richiesta di delocalizzazione dell'impianto in altri siti, proposti quelli del Calatino, il dirigente Emanuele si è impegnato ad interloquire con la ditta che ha in gestione l'impianto di smaltimento, ma ai presenti non è sfuggito che la proposta avanzata è una soluzione interlocutoria in quanto di difficile attuazione se non supportata da una precisa volontà politica che eviti che il territorio sia quello che da solo deve sostenere il disagio ambientale maggiore.