L’ho ribadito in tante occasioni. Misterbianco non conosce la propria storia. I tanti opuscoletti e libri che in questi anni sono stati pubblicati non hanno approfondito e raccontato per intero gli aspetti socio-economici e politico-culturali della secolare storia della città.
Indico solamente alcune date. Dopo la disastrosa eruzione del 1669, Misterbianco rinasce dai Quattro Canti, proprio a ridosso dello slargo del Piano Duca. Infatti, sin dal 1670, le quattro famiglie più importanti del paese, Anfuso, Santagati, Santonocito e Scuderi, fondano le loro abitazioni, rispettivamente, in ciascun isolato dei Quattro Canti, appunto. E la via Giordano Bruno, la strada che lambisce il Piano Duca, viene considerata, da sempre, la strada più importante del paese (il Decumano cittadino), sede, in linea, del piano della Chiesa Madre, dei Quattro Canti e del Poggio Croce, proprio come è la via Etnea per Catania, sede del Piano di Sant’Agata (Duomo), dei Quattro Canti e del Giardino Biscari (villa Bellini), o come lo è la via Maqueda a Palermo, sede del prospetto della Cattedrale, dei Quattro Canti e dei giardini reali del Palazzo Normanno.
In più, il Piano Duca, sin dai primi del 1700, viene scelto come sede del palazzo Ducale della famiglia dei Duchi Trigona, tra i maggiori rappresentanti dell’aristocrazia catanese e siciliana (la loro abitazione principale, per intenderci, tanto per capire di chi stiamo parlando, è ubicata a Catania, su piazza Roma, angolo viale Regina Margherita). E i duchi Trigona pongono l’ingresso principale, evidenziato dal grosso portone sovrastato dallo stemma di famiglia e da muri merlati, proprio sul Piano Duca. Inoltre, sul Piano Duca hanno dimorato nel tempo: don Mario Santonocito Zico, tra i maggiori rappresentanti della borghesia agraria dell’Ottocento misterbianchese; la famiglia Giuffrida, parenti del Prefetto del Regno, dott. Orazio Giuffrida (con tanti discendenti importanti, noti in tutt’Italia); la famiglia Addario; la famiglia di Messer Gaetano Santonocito Gioeni Pedichiatti (mio bisnonno, Fattore dei Conti Sapuppo, cioè Amministratori dei beni e delle tenute di un’importante famiglia nobiliare catanese); per non parlare della famiglia di don Mario Rasà Birbanti e di tante altre famiglie della borghesia agraria e di lavoratori di grande dignità e onestà.
Sulla secolare storia del Piano Duca non aggiungo altro, vi invito solamente a leggere i tre articoli di “C’era una volta il Piano Duca” (pubblicati con successo da Misterbianco.com), dove ho cercato, con dovizia di particolare, compatibilmente con lo spazio e la pazienza del lettore, di narrare la vita e la storia del Piano. Si parla ancora di nostalgia! La nostalgia, per chi non ha mai avuto, per sua fortuna o disgrazia, la possibilità di “assaporarla”, ritengo sia una straordinaria forza della memoria e del rispetto della nostra terra, dei nostri Padri, della nostra gente e dei loro sacrifici, che miravano solo ed esclusivamente alla “creazione” di luoghi di bellezza e di condivisione di vita.
Sulla mia critica alla presunta “riqualificazione” della piazza e sulla “Due giorni di cemento armato rovesciato sul Piano Duca”, non parlo più! No! Riporto solamente il commento di un giovane, serio e preparato architetto misterbianchese, l’Arch. Igor Nastasi, che ha avuto il coraggio di parlare da professionista, con competenza e cognizione di causa, “Il restyling di piazza e Dante aberrante! Un progetto che alza barriere con la città anziché abbatterle, un intervento che chiude anziché aprire, un progetto che modifica l'identità del luogo. Un luogo che deve essere progettato da chi ne ha le competenze! Per troppo tempo, per finti motivi economici, si è delegato figure professionali interne al comune che non hanno competenza. Il centro storico delle città è di esclusiva competenza degli architetti! Il caso di piazza Dante è l'emblema del brutto, l'emblema dell'arroganza”. T’abbasta!!?? Certo, fa male, molto male, ma fa male soprattutto alla città, sentire dire dal sindaco, “[…] Piano Duca altro non era che una piccola area derelitta dove spesso andavano a pascolare le pecore”. Ma come ti permetti!!?? Vergogna! Parole che denotano l’assoluta mancanza di amore e di rispetto verso la città, i suoi luoghi più cari e i suoi cittadini! Ma,… ‘u saccu di ‘zoccu è chinu spanni!”.
Vedremo, si vedremo come sarà domani. E’ già il 20 maggio di quest’anno, c’era chi tuonava dalla rete, “Porca miseria, porca miseria! Pari ca mi parrava 'u cori e a Misterbianco!? "Sistemano" 'u Chianu Duca, Piazza Dante, con una colata di cemento, con un muretto in cemento armato! Porca Puttuna! Ignoranti amministratori, progettisti, ingegneri e direttori lavori! Mi resta l'indignazione infinita
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