da lasicilia.it
I disagi già da oggi dovrebbero scomparire.
Per i dieci Comuni di Simeto-Ambiente
alle prese da lunedì scorso con i
cumuli di rifiuti che crescono ai margini
delle strade, tutto dovrebbe tornare alla
normalità. Discarica, dunque, di nuovo a
cancelli aperti da questa mattina, permettendo
così agli autocompattatori di
tornare regolarmente al lavoro e soprattutto
di tornare a scaricare i rifiuti all’interno
della discarica di contrada Tiritì a
Motta Sant’Anastasia.
Il via libera arriva grazie all’anticipazione
di un milione di euro effettuata da
Serit. Bruciando i tempi previsti (inizialmente
si era parlato di venerdì prossimo),
Serit si è riunita in assemblea ieri
mattina, deliberando lo stanziamento
delle somme. Un impegno che aveva assunto
lo stesso commissario liquidatore
di Simeto-Ambiente, Angelo Liggeri che
aveva parlato di un impegno massimo
per chiudere la vicenda nel più breve
tempo possibile, visto le volontà positive
di tutti, e così è stato.
Con la delibera di Serit in mano, quindi,
con un concreto impegno scritto nero
su bianco, Simeto-Ambiente, insieme
alla Prefettura di Catania, hanno
scritto alla Oikos, l’azienda che gestisce
la discarica di Motta Sant’Anastasia, per
informarla degli sviluppi maturati con
Serit. La stessa Oikos ha, inoltrato, la
missiva all’Enel che proprio a partire da
lunedì scorso ha ridotto la potenza elettrica
alla discarica per l’insolvenza di un
pagamento. Viste le rassicurazioni sull’effettiva
presenza delle somme (sperando
di scongiurare, questa volta, ulteriori
sbagli sul destinatario visto che l’ultima
volta le somme destinate ad Oikos
e Sicula Trasporti sono arrivate al Consorzio
Simco) l’Enel ha annunciato che
questa mattina ripristinerà la regolare
potenza elettrica, per permettere la regolare
attività lavorativa alla discarica.
Chiusa questa vicenda, con i rifiuti che
dovrebbero essere completamente rimossi
entro la settimana, si resta in attesa
della risoluzione della vicenda sul
fronte Tia. I dubbi sulla illegittimità della
tariffa restano. La parola fine la potrà
mettere, forse, solo la Corte dei Conti.