Ato3: sono otto i Comuni disposti al prelievo

Simeto Ambienteda lasicilia.it
Si cerca la soluzione migliore, quella più
indolore, per tutti, lavoratori in testa.
Come ormai accade da mesi, per la questione rifiuti nei diciotto Comuni gestiti
da Simeto-Ambiente, si corre ai ripari
quando scoppia la protesta, quando i lavoratori, stanchi ed esausti di promesse
(mai mantenute), decidono di intraprendere la strada dello sciopero. Astensione
dal lavoro volontaria, o come evidenzia
qualcun altro, interruzione di pubblico
servizio, ed è per questo che scattano le
indagini.
I lavoratori preferiscono non commentare l'accaduto, indignati, invece,
appaiono i sindacati: i lavoratori, ultimo
anello della catena, potrebbero pagare
così per tutti. Nessuno pensa, forse, che
lo stipendio, un diritto sacrosanto di ogni
lavoratore, deve essere garantito, senza
ritardi e titubanze.

Per i circa 500 operatori ecologici, invece, da otto mesi circa
lo stipendio più che una garanzia sembra un miraggio, qualche volta concesso.
Dal canto suo il Consorzio Simco, per
voce del suo presidente, l'avvocato Concetta Italia, evidenzia che le ditte non
possono far nulla visto che vantano un
credito nei confronti di Simeto-Ambiente di 23 milioni di euro e che il rischio serio è la bancarotta. Con l'acqua alla gola
anche le discariche. Il presidente della
Oikos, Domenico Proto, la ditta che gestisce la discarica di Motta Sant'Anastasia, evidenzia come si "ha un'autonomia ancora per circa 10-15 giorni. Poi
non resta che chiudere"
. Anche la Serit
evidenzia che ha fatto il possibile che
con i 19 milioni di scopertura, dai quali si
deve rientrare, si è fatto il possibile. Simeto-Ambiente, dal canto suo, per voce
del suo presidente, Andrea Castelli, evidenzia che "Serit ha ruoli per novanta
milioni di euro da riscuotere e che ha firmato una convenzione che si deve rispettare"
.
Una situazione non facile e controversa, analizzata ieri mattina, nel corso
del vertice in Prefettura tra sindaci, sindacati di Cgil, Cisl, Uil e Ugl, Consorzio
Simco e Simeto-Ambiente. A far da intermediario tra le parti è stato il viceprefetto, Angelo Sinesio. Al centro del dibattito la proposta della Serit, di anticipare
le somme per i Comuni dove è stata approvata la Tariffa d'igiene ambientale
per il 2009 (Camporotondo Etneo, Gravina, Mascalucia, Misterbianco, Motta
Sant'Anastasia, Ragalna, San Giovanni
La Punta, San Gregorio, Santa Maria di
Licodia e Tremestieri Etneo). A far storcere
il muso ai sindacati la volontà di Serit
di elargire solo il 50% delle somme, e
solo sugli incassi ricavati dalla tassa del
2008, inviata in questi giorni ai cittadini
dei comuni che hanno approvato la Tia.
Una formulazione ritenuta inaccettabile
visti i tempi che dovrebbero trascorrere.
Almeno un mese d'attesa per i lavoratori,
tempo ritenuto inaccettabile, con il
fatto che per gli altri Comuni resta tutto
fermo, in attesa che i commissari, insediatisi
ieri mattina, approvino la tariffa.
Poi, la seconda proposta, arrivata da alcuni
Comuni di attingere ancora dal fondo
di rotazione. A fine giornata sono otto
i Comuni che sottoscrivono la richiesta:
San Pietro Clarenza, Nicolosi, Tremestieri
Etneo, Adrano, Sant'Agata li Battiati,
Camporotondo Etneo, Gravina, e San
Gregorio. I sindaci evidenziano che è ancora
un ulteriore sforzo per permettere
di superare una situazione drammatica.
Dal canto loro i sindacati chiedono che
vengano trovate le risorse non solo per la
mensilità di dicembre, ma anche per
gennaio e febbraio nell'attesa che la Regione
siciliana vari la legge di riforma
degli Ato.

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