"Accussì", il primo libro di poesie in lingua siciliana di Angelo Battiato

AccussìAnche la poesia, ai tempi dei social e del Covid, viaggia e si fa conoscere attraverso la Rete. Accussì, il nuovo libro di poesie in lingua siciliana di Angelo Battiato, pubblicato per i tipi di Youcanprint Editore, è stato presentato nel canale YouTube dell’autore, sabato 27 marzo 2021.

Le poesie di Battiato, in lingua siciliana, esprimono sentimenti, emozioni, ricordi, passioni; raccontano la vita, i sogni, le speranze, il desiderio di libertà, il coraggio di credere, la forza del lavoro, il trascorrere del tempo, le memorie di gioventù. I suoi versi vogliono ricordare che la lingua è cultura e identità d’un popolo, segno distintivo e di riconoscimento d’una comunità, forza propulsiva capace di raccontare il passato e progettare il futuro. La lingua siciliana è poesia, melodia, armonia; è emozione allo stato puro che sa evocare sentimenti, suggestioni, passioni, ma anche storie, miti, leggende. Racconta la vita, e la sua meravigliosa avventura; rivela l’uomo, e la sua anima. Il siciliano è la lingua dell’infanzia, appresa sin dalla tenera età, nell’alba della vita. Il dialetto, quindi, come “metafora di tutti i dialetti e di tutte le letterature del mondo, capace di combattere l’omologazione e la standardizzazione culturale della nostra epoca”.

Perché il titolo Accussì?
«Con “Accussì”, una parola piccola, semplice, essenziale, vorrei dire tanto cose: – dichiara Angelo Battiato – svelare, far capire, far immaginare, ma anche nascondere, coprire, contenere. Accussì è la parola che ho scelto per indicare la mia raccolta di poesie in lingua siciliana. Perché anche i miei versi sono piccoli, umili, asciutti. Come le parole vive, come i versi veri, come le poesie autentiche, con un linguaggio semplice, essenziale, antico e moderno».

Ma cos’è per te la poesia?
«La poesia è un sigillo, un messaggio, un passaggio, impalpabile e generoso, impenetrabile e costante, fatto di carne e sangue, di disìu e d’amuri. Come la vita. La poesia è ogni cosa, se solo sfugge alla banalità del quotidiano, alla finzione, al consueto, se solo conferisce senso al mondo. Se esprime compiutamente l’anima dell’uomo».

E finalmente, dopo il Canticu di’ Cantici, ritorni a pubblicare in siciliano?
«Il siciliano è cultura e identità, esprime i sentimenti, le emozioni, i ricordi, il modo di vivere d’una comunità. La lingua costituisce la “bandiera” ideale e culturale di un popolo, il suo segno distintivo e di riconoscimento, marca i caratteri e ne misura la caratura, la sua propulsione a guardare al passato e al futuro. E il dialetto è compendio di fascino e di saperi, capace di combattere l’omologazione e la standardizzazione culturale della nostra epoca. E poi, il siciliano è la mia lingua, che mi rappresenta e mi racconta pienamente e semplicemente. Accussì, come sono io».

Angelo Battiato, misterbianchese, insegnante di scuola secondaria superiore, cultore di storia locale, di tradizioni popolari e di dialetto siciliano, ha già pubblicato i seguenti lavori: “‘A Mascara – La Commedia dell’arte misterbianchese” (Ed. Comune di Misterbianco, 2001); “La chiesa della Madonna degli Ammalati e la famiglia Bruno – tra diritto di proprietà e devozione popolare” (2009); “Canticu di’ Cantici” (Ed. Le Farfalle, 2012), traduzione in siciliano dell’omonimo libro sacro della Bibbia. Ha curato la prefazione di alcune opere poetiche di importanti autori siciliani. Inoltre, svolge un’intensa attività pubblicistica con diverse testate giornalistiche regionali, con MCTV, la prima Tv Web siciliana, e con il sito scolastico nazionale “AetnaNet.org”.

Angelo Battiato

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