«La bomba ecologica di Tiritì va chiusa subito e bonificata»

Sit in comitato No DiscaricaErano in tanti, forse più di quelli che speravano di essere. Piazza Mercato, luogo deputato ad accogliere i cittadini mottesi che si oppongono al previsto ampliamento della discarica di contrata Tiritì e che ne chiedono la bonifica, si riempie gradualmente. Il clima è festoso, la partecipazione trasversale, per età, ceto sociale, appartenenza partitica. Le forze dell'ordine sorvegliano con discrezione: il loro intervento non sarà necessario, la manifestazione è assolutamente pacifica. Molti, moltissimi, i giovani.

La questione ha scosso le coscienze. Pochi i bimbi, ma forse dipende dal fatto che la scuola è appena cominciata. Il coro di no alla discarica di contrada Tiritì, che con i suoi miasmi periodicamente ammorba l'aria di Motta S. Anastasia e Misterbianco, è unanime e perentorio. «La puzza e non solo - spiega Santo Gulisano, del comitato No Discarica di Motta - sta portando alla crescita civile di tutti: prima della discarica si sottaceva. Chiediamo sia revocata l'autorizzazione all'ampliamento, che venga bonificata l'attuale discarica e che si provveda alla delocalizzazione del sito».

Concetti ribaditi, con un comunicato stampa, dal comitato No Discarica di Misterbianco. Presente alla manifestazione Chiara Occhipinti, che a Motta si è fatta promotrice di un'originale forma di comunicazione. «Stanchi di sentire sgradevoli odori con un gruppo di amici abbiamo deciso di esporre nei balconi delle nostre case delle lenzuola con la scritta "Noi qui sentiamo puzza": un modo per ricordare a tutti la questione».

I coniugi Giuseppe e Antonina De Luca, nonostante non siano più giovanissimi, hanno sentito la necessità di esserci. «La discarica è troppo vicina al centro abitato e la puzza, quando il vento spira verso il paese, è insopportabile».

Matteo Gallone sottolinea il risveglio delle coscienze. «Ho 48 anni e non ricordo una manifestazione così partecipata. Non si può aumentare a dismisura la discarica: la gente vuol far sentire la propria voce, pure per salvaguardare la valle dei Sieli».

Piero Cannistracci presidente di Rifiuti Zero Sicilia. «Da decenni combattiamo contro discariche e inceneritori. Solo con la differenziata si arriverà alla chiusura delle discariche».

«E' una bella giornata: le comunità di Misterbianco e Motta hanno detto basta - afferma il sindaco di Misterbianco Nino Di Guardo - Bisogna chiudere la vecchia discarica; l'ampliamento non si può fare a due passi dai centri urbani. Delocalizzate il sito. La protesta pacifica non finisce qui». In rappresentanza della Giunta di Motta il vice sindaco Salvo Drago e l'assessore Pietro Scirè. «Siamo d'accordo con il senso dell'iniziativa intrapresa dai cittadini. Lo dimostra la nostra presenza, senza se e senza ma. Ereditiamo situazioni decise da altri. Il sindaco Giuffrida ha già dichiarato che è pronto a impugnare il Piano regionale dei rifiuti».

Giorgio Cicciarella
La Sicilia
16/09/2012

Sorge in territorio di Motta ma a 500m dal centro di Misterbianco
La discarica di contrada Tiritì in territorio di Motta S. Anastasia, ma a meno di 500 metri dal centro storico di Misterbianco è sorta alla fine degli anni Settanta e nel tempo si è ingrandita tanto da ccogliere i rifiuti di gran parte della Sicilia e, nelle emergenze, anche di fuori regione. Anche se l’impianto di smaltimento si è ammodernato negli anni Novanta, grazie alle nuove tecnologie, i problemi ambientali non sono mancati a causa degli odori nauseabondi che si sprigionavano dal percolato. Disagi che nei primi Anni 90 portarono la regione a decretarne la chiusura in seguito alle proteste dei cittadini. L’attività di smaltimento riprese dopo qualche mese, ma dopo alcuni anni una frana di una montagna di spazzatura, sprigionò forti odori che provocarono un fermo in attesa che i rifiuti fossero nuovamente coperti. Ora questo impianto dovrebbe chiudere i battenti a fine mese per essere bonificato, ma la paura è per quello che deve aprire e che dovrà accogliere 2,5 milioni di metri cubi di rifiuti.

Carmelo Santonocito
La Sicilia
16/09/2012

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