Una Proposta di progetto - Un "Centro di Primo Ascolto" a Montepalma

Ciò che ci spinge nella direzione progettuale è la presenza di nuovo volontariato, innestato nella vita quotidiana della comunità misterbianchese, che permette di affermare come qualcosa sta cambiando. Diversi sono i segnali che ci fanno affermare che più di qualcosa sta cambiando, infatti sono, in atto, "vivi" interventi di volontariato che prendendo le mosse da una lettura dei bisogni, si fanno carico delle situazioni di disagio sociale che investono la condizione familiare, dei minori, degli anziani dei disabili, che contengono a nostro modesto parere una discreta dose di progettualità. Esperienze che se non hanno ancora la forza di scardinare stati d'animo rinunciatari, atteggiamenti pessimistici ma che, in certi casi, si cimentano nel tentativo di stimolare una maggiore partecipazione popolare e un migliore funzionamento delle istituzioni locali.

Perchè la proposta di un "Centro di primo Ascolto" a Montepalma? perchè se ne avverte l'assoluto bisogno. Tante sono le problematiche familiari ed individuali da affrontare, ogni giorno, dall'alba al tramonto. Ciò che e stato posto in essere dalle agenzie istituzionali, educative, formative e apparteneti al Terzo Settore esistenti nel territorio, risultano, a nostro avviso, insufficienti rispetto, alle sempre crescenti "esigenze"  che sempre di più "opprimono"  le sempre più esigue, anzi in molti casi, inesistenti  risorse economiche familiari. Povertà economica, anche nelle famiglie che "annegano" nei cosiddetti "Valori" in molti casi, si traduce nelle diverse forme di disagio sociale che nulla di buono fanno presagire. Sono sotto gli occhi di tutti ed il peggiore dei comportamenti che potremmo mettere in atto sarebbe "far finta di niente".

Occorre mettere in atto nuove forme comportamentali da parte di tutti. Occorre maggiore senso di responsabilità. E' necessaria una attenta lettura delle esigenze primarie per dare corso ad una nuova forma di solidarietà che investe, nelle diverse competenze, tutta una comunità che è l'emblema di una microscopica rappresentazione della situazione in cui versa attualmente lo Stato. Un "Centro di Primo Ascolto" deve essere un punto di riferimento per tutti coloro che hanno bisogno di informazione, di orientamento e di accompagnamento per superare le difficoltà di ogni giorno in una visione globale delle esigenze che la vita propone. Significa, operatori qualificati e formati a tale scopo. Deve essere una esperienza capace di realizzare iniziative di responsabilizzazione, di stimolo alla creatività per prevenire il determinarsi di ulteriori situazioni di deperimento della personalità e della frustrazione nella persona. Attenzionare le problematiche giovanili, ben sapendo che questo vocabolo investe una sempre più crescente articolazione della nostra comunità e, con la certezza che, giornalmente, viene sperperato un potenziale tesoro di energia che trova sbocco solo nel rifiuto di un certo tipo di società, dal quale scaturiscono atteggiamenti non sempre positivi.

Occorre aiutare i giovani a crescere, a gestire con responsabilità la propria libertà. Ad essere protagonisti attivi del proprio futuro, aiutarli a comprendere che crescere significa anche far seguire alla critica la proposta costruttiva. Per fare ciò occorrono però " Finestre Aperte" e non "Porte in Faccia". Non esistono giovani cattivi, ma ragazzi influenzati da cattivi esempi, dalla famiglia, dalla TV, dalla società incline alla violenza, all'arroganza, alla mancanza di regole, dal culto del denaro, al potere. I giovani crescono a nostra immagine e somiglianza, non puoi abbandonarli a se stessi solo perchè, spesso, costa fatica, rinuncia, arrabbiature, nella consapevolezza che, oggi, i genitori sono soli, in una società che presenta molteplici e contrastanti stili di vita, sorretti solo dal senso di responsabilità e di amore. E poi... una " Banca del Tempo". alla prossima.

Rosario Faro

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