Un pezzo del tesoro era su una bancarella

avv. Saglimbeneda lasicilia.it
Come l’araba fenice risorta dalle ceneri, dopo ben
otto anni viene alla luce uno dei tremila volumi
della donazione libraria “Vadalà-Papale”, mandata
al “macero” inspiegabilmente nel corso di un
trasloco di locali. Era il 2001 quando a seguito di
una richiesta di consultazione da parte di uno studente
della facoltà di Giurisprudenza di Catania si
scoprì che l’intera donazione di 3.000 volumi era
scomparsa. Una vicenda dolorosissima poiché privava
l’intera comunità di testi pregiati e unici come
il “Corpus juris” di Giustiniano, summe giuridiche
di vari autori e rari testi dell’ottocento di filosofi positivisti
oltre a manoscritti di Rapisarda, Coviello e
Bovio.

All’epoca il sindaco Nino Di Guardo, che aveva
personalmente ordinato il trasloco, aveva comunicato
al consiglio comunale quanto accaduto, probabilmente
a causa di un equivoco, ma il Consiglio
nominò una commissione d’inchiesta sulla scomparsa
del patrimonio librario e contemporaneamente
la Procura della Repubblica avviò una indagine
a seguito di numerosi esposti e l’ex sindaco fu
rinviato a giudizio nel procedimento tutt’ora in
corso.

«Il ritrovamento di questo testo - dice l’ex sindaco
Nino Di Guardo - riapre altre ipotesi sulle modalità
con cui si sono svolti a suo tempo i fatti. Probabilmente
qualcuno se ne impossessò. Mi auguro
che l’inchiesta faccia piena luce sulla vicenda».
Il testo ritrovato è del 1826, catalogato al numero
582 e si tratta di un volume in francese dal titolo
“Le leggi dell’organizzazione e della competenza
delle giurisdizioni civili”.

Il libro comprato dall’avv. Ignazio Greco su una
bancarella nel mercato adiacente a piazza della Repubblica
a Catania per il modico importo di duemila
lire è stato dallo stesso - nei giorni scorsi - consegnato
al difensore civico del Comune avv. Salvatore
Saglimbene per riconsegnarlo al sindaco Ninella
Caruso. “Provo una grande soddisfazione nel
riportare a casa un volume. Mi auguro che questo
riaccenda la speranza per altri ritrovamenti”.

Questa novità suscita il forte dubbio, che gran
parte dei libri non siano finiti al macero, ma sulle
bancarelle dei commercianti di libri usati dal momento
che nessuno sorvegliò su quella operazione
di trasloco.

“Appena ne sarò in possesso – ha esordito il
sindaco Caruso appena appresa la notizia - informerò
l’autorità giudiziaria del ritrovamento, anche
se ciò oltre alla gioia, riapre una ferita dolorosa e
mai emarginata sulla perdita di un patrimonio
culturale di inestimabile valore.”

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