Sulla Deputazione della festa in onore di S. Antonio Abate

Carmelo SantonocitoEro intervenuto al termine dei festeggiamenti patronali in onore di S. Antonio Abate, e solo alla fine, per riepilogare un giudizio, che resta personale, sulla festa del Patrono e per correggere il tiro su un intervento precedente con il quale l’autore, facendosi scudo di una semplice elencazione di nominativi delle deputazioni trascorse, (vedi intervento del 30/07/2013) al termine affermava, riferendosi alle Deputazioni più recenti, di stendere “un solido velo pietoso” senza specificarne le motivazioni.

Reputai quell’affermazione ingenerosa, non solo per spirito di corpo, appartenendo chi scrive alla Deputazione della festa, ma soprattutto perché non suffragata da alcun elemento a supporto. Seppur ho avuto modo in diverse sedi di manifestare il mio pensiero sul cambiamento della festa, dal mio punto di vista, in positivo dal dopo guerra ad oggi, negli interventi successivi su queste pagine si è tentato con semplici notizie di costruire una storia che non esiste e non è mai esistita. Una cosa è dire che nel bilancio comunale del ‘700 o dell’800 erano previste delle somme per organizzare la festa, altro è dire che le Deputazioni dovevano appartenere ad un certo ceto sociale, culturale o reddituale.

Nessuno vuole smentire i vecchi documenti ma non ci si può far scudo di un dato per cercare di giustificarne uno diverso e così ribaltare la frittata. Se poi il tentativo è di discreditare una struttura o una istituzione è bene dirlo, anche perché se invece si tratta solamente di questioni personali, questo è il mio ultimo intervento.

Non intendo annoiare i lettori su vicende personali, ma interessare chi legge su vicende generali che interessano la comunità o parte di essa e per queste ultime sono e sarò sempre disponibile.

Così come è assurdo scrivere prima che la Deputazione è lottizzata, basta leggere gli interventi precedenti, ed adesso per parare la smentita o l’affermazione che non può essere provata si afferma un senso diverso al termine lottizzazione, ma si insiste sulla cooptazione, anche questa mai esistita e sfido chiunque a dimostrare il contrario.

I lettori così comprenderanno come nessun “metodo della cooptazione” esiste ne è mai esistito.
Per il resto non ho nulla da aggiungere, neppure rispondere ai velati insulti sui comportamenti personali o sugli epiteti che da soli rendono l’idea di chi li scrive.

Carmelo Santonocito

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