Il motto «Misterbianco e Motta uniti nella lotta» trova una sua espressione concreta nella “storica” prima conferenza stampa congiunta dei sindaci di Misterbianco, Nino Di Guardo, e della vicina Motta S. Anastasia, Anastasio Carrà, finalmente fianco a fianco nella sala Giunta del Municipio misterbianchese dopo esserlo stati giovedì scorso al Ministero dell’Ambiente.
Una conferenza voluta «per dare conto» dei risultati dell’incontro avuto nella capitale con il ministro Gian Luca Galletti dai primi cittadini delle due comunità da troppo tempo vittime della presenza incombente delle vicinissime discariche di Tiritì (chiusa ma ancora da bonificare) e di Valanghe d’inverno, quest’ultima comunque operativa più che mai – a dispetto di qualsiasi dossier, manifestazione e denuncia - col suo oneroso “carico” di oltre mille tonnellate al giorno di rifiuti da ogni parte dell’isola, di cui i cittadini avvertono quotidianamente gli odori nauseabondi e la paura di pericolose patologie, che stanno vedendo tra l’altro crollare le quotazioni degli immobili ed allontanare molta gente.
Alla conferenza hanno significativamente partecipato i deputati nazionali del Pd Giuseppe Berretta (che era all’incontro romano) e Giovanni Burtone.
«La presenza del collega Carrà – ha voluto sottolineare Di Guardo – è per noi un segnale di estrema importanza, che testimonia la nostra unità d’intenti; abbiamo condiviso a Roma tutto, e questo ci fa sperare bene per la prosecuzione di un impegno che non può vederci abbassare la guardia».
Ripercorse le tappe della “battaglia civile” in corso, è stata chiara la concreta utilità del “faccia a faccia” col ministro Galletti, essendo emersa una «discrasia di informazione» del Ministero – per le notizie finora pervenute a Roma - sull’effettiva consistenza del dramma vissuto dall’area catanese sul fronte rifiuti. Dalla dichiarata “illegalità” dei procedimenti autorizzativi, scoperta dalla Commissione Marino, alle reiterate ordinanze emergenziali, all’inquinamento dell’aria certificato dall’Arpa, ai danni alla salute delle popolazioni, ad un ampio dossier complessivo. Ed i vari tentativi di interlocuzione con una Regione con tante promesse e nessuna risposta. Ora il Ministro sa ben più di quello che gli risultasse finora. E ha dato tre assicurazioni: nessuna nuova “intesa” a fine novembre con la Regione, se prima questa non avrà bandito le gare internazionali per il trasporto dei rifiuti all’estero; il sollecito avvio della bonifica della discarica chiusa ma inquinante di Tiritì, «per la quale si attende stranamente l’autorizzazione dell’Arpa»; e la normalizzazione della bio-stabilizzazione (per non conferire umido solo parzialmente trattato, in soli 12 giorni su 28, e fetido) e lo smaltimento a Motta della sola frazione secca. Impegni realizzabili ma su cui vigilare in Regione, come sottolineato dai deputati Berretta e Burtone, mentre pende la spada di Damocle di un’eventuale nuova autorizzazione (stavolta decennale) all’Oikos. E, negli inadempimenti regionali, i deputati hanno duramente attaccato «gli esorbitanti compensi ed il mancato rispetto del mandato da parte dei commissari prefettizi, incaricati di gestire la chiusura della discarica mottese e non di perpetuarne l’attività».
La Sicilia
30/10/2016