da lasicilia.it
I giorni scorrono, le ore pure. Oggi è l’ultimo
giorno a disposizione di Simeto Ambiente e
Consorzio Simco per pagare gli stipendi dei
circa cinquecento operatori ecologici che lavorano
alle loro dipendenze. Conclusa la giornata,
lo sciopero, indetto per domani in maniera
unitaria dalle categorie sindacali di Cgil,
Cisl, Uil e Ugl, sarà inevitabile.
Uno sciopero che le parti interessate assicurano
verrà evitato, visto che da Simeto Ambiente,
già all’inizio del mese, era giunta la
rassicurazione per iscritto che gli stipendi sarebbero
stati regolarmente pagati senza ritardi
o tentennamenti.
Nell’attesa di capire cosa accadrà, l’argomento
sul quale in questi giorni si dibatte è legato
alla Tia, la tariffa d’igiene ambientale. Gli
incontri tra l’amministratore unico della società, Salvatore Garozzo, e i capigruppo consiliari
dei diciotto Comuni si susseguono, nell’obiettivo
di trovare un fronte unico e far approvare
nel più breve tempo la tassa dai rispettivi
Consigli. Atto, questo, assolutamente
necessario per rendere legittima la tariffa, rimasta
impigliata, ad oggi, dopo una sentenza
che ne dichiarava l’illegittimità, nel limbo
dell’incertezza. Nell’attesa che qualcuno districhi
l’ingarbugliata matassa, si cerca di
muoversi con la massima chiarezza per evitare
nuovi, possibili, colpi di scena. Occhi puntati
sulla tariffa, dunque, che appare quasi
identica a quella dello scorso anno. Un’uguaglianza,
però, che si ha solo all’apparenza, visto
che in concreto i conti non tornano. A cominciare
dal 10% dell’Iva che nella bolletta Tia
targata 2009 non comparirà più. A questo si
soaggiunge
che non ci dovrebbero essere più i
conguagli per gli anni precedenti, visto che si
sono chiusi con l’amministrazione Castelli.
Un piano finanziario, quello di Simeto Ambiente,
che dovrebbe essere approvato a breve
dai Consigli comunali, anche se ancora
non è stato inviato dalla società Ato Ct-3. Si
deve far presto perché, superato questo mese,
si pone già il problema del pagamento
del servizio per il mese prossimo. I Comuni
mettono le mani avanti. La Regione ha inviato
risorse finanziarie in meno per migliaia di
euro, quindi cercare di risolvere la situazione
chiedendo le somme ancora ai Comuni non è
più possibile. L’emergenza, dunque, resta,
senza che nessuno, dopo due anni, sia riuscito
a risolverla.