Sant’Antonio Abate, le tentazioni, e la ricerca della verità. Un’intervista possibile.

Angelo BattiatoDicono di un uomo che nelle notti di plenilunio cammina in solitudine nel deserto, guarda il firmamento e parla di verità. Un uomo che gioca con le stelle in compagnia dei lupi e governa serpi e armenti, lungo filari d’infinito. Un uomo che conosce tutte le speranze e le tentazioni del mondo, che sa leggere le vie segrete delle passioni umane, che ha appreso nel tempo della sua giovinezza le beatitudini della vita. Molti lo conoscono come l’Abate, l’Eremita, l’Anacoreta, l’Asceta. Per noi è solamente Antonio, il Grande.

Per tutti è un amico, una guida, un maestro. Sant’Antonio Abate. Ha scelto per la sua vita, la solitudine, l’isolamento, il silenzio. Nelle grotte del deserto dell’Africa ha tutto il suo mondo. Una vita di sacrificio e di preghiera, di fatica e di meditazione, di rinunce e di raccoglimento. E di ricerca. Per capire il mondo ha scelto di “uscire” dal mondo, per conoscere la Verità ha rinunciato alla verità degli uomini, per sapere il segreto della vita ha rifiutato tutto dalla vita. Antonio, un uomo alla ricerca della Verità. E Antonio è un fiume di sapienza e santità in un oceano di silenzio. E parla con il linguaggio dell’infinito…
In quell’antica terra d’Egitto, arsa e senza un filo di vento, l’ho incontrato, era in compagnia d’alcuni discepoli e di tanto silenzio.

«Il mio luogo è la solitudine, e abito il silenzio. L’opposto del vostro “comodo” mondo, della vostra bella vita in movimento, piena di tutto,… piena di niente! Da qui, da questo spazio incontaminato, da quest’ultimo “gradino del mondo”, ho capito tutto,… tutto quello che un uomo mortale può comprendere… E sono felice».

Padre, non ci nascondere le tue umane solitudini, le tristezze, le paure, le speranze, i momenti bui morsi dalla tentazione, i giorni migliori passati sotto lividi di ricordi e di rimorsi smarriti. Parlaci del tuo tempo, tutto il tempo lasciato, tutti gli anni perduti, tutto l’amore donato, tutte le lacrime versate, tutte le parole consumate, in questo muto invaso del mondo. Basteranno covoni e trecce di vimini per raccogliere i fili di vita intarsiati all’improvviso in quest’angolo muto di terra!? Dimmi come fai, un giorno, un mattino, uno come tanti, ti alzi felice e diventi santo!?

«Si, è vero, tutto ebbe inizio dal passo evangelico del “giovane ricco”, ma niente sarebbe stato possibile senza, diciamo, il “sostegno” dei miei cari genitori. Tutte le notti li ricordi e prego per loro, la parsimonia della mia povera mamma, la laboriosità di mio padre, il loro carattere forte e deciso, la “ricchezza” della loro educazione! Il mondo è triste senza una visione, un’idea, una fede. La vostra “radicalità” per il materiale, per l’immanente, per il possesso, per il “già visto” mi fa pena e mi commuove. Dal mio eremo, il mondo lo vedo lontano, quasi non lo capisco, non lo riconosco più. Sono andato via dal mondo per capire meglio il mondo, per conoscere il segreto di tutte le cose, per trovare la verità intima di questo povero mondo. Certo, lo so. La solitudine fa paura, confonde, sconvolge, anch’io ho avuto paura di non farcela, anch’io sono stato tentato di mollare tutto e di ritornare nella mia vita, nel mio tempo. Sapessi quante notti insonni che ho passato… Poi ho capito che solo la solitudine può aiutare a conoscere, a capire, a trovare; senza di essa mai sarei diventato quello che sono! La volontà aiuta, fa tanto, ma se non ci sono le idee, la determinazione, se non c’è coraggio, se non c’è fede, niente è possibile. Credimi!».

Padre, cosa sono le “tentazioni”?

«Caro figliuolo, anche tu li conosci bene, vero!? Vedi, quello che io chiamo “tentazioni”, e i miei cari confratelli francescani “vanità”, voi li chiamate “vita”. Lo so, la vita è bella, e senza le “tentazioni” quant’è noiosa la terra! Anch’io, in gioventù, ho amato tutto dalla vita, “ho succhiato il midollo stesso della vita”, tutte le gioie, l’amore per le donne, l’amicizia, i viaggi, l’arte, la bellezza, i piccoli, gli animali, la passione per la politica, il furore per la battaglia, la rabbia dei tradimenti, l’esultanza della vittoria. Ma,… se riesci a sollevarti anche d’un sol palmo da terra, come fanno i poeti, i matti, o i santi, capirai che “tutto” scivola come sabbia infuocata del deserto, e alla fine non rimane niente, solo il bruciore nel palmo della mano. Lo so, non è facile combattere le “tentazioni”, io c’ho messo un’intera vita… e le combatto ancora!».

Padre, cosa pensi dei migranti?

«Caro figliuolo, lo dici a me che sono un africano!? La migrazione è vita! La verità è che nessuno si vuole ricordare del tempo in cui ha patito la fame ed è dovuto andare in terre lontane in cerca di sollievo e di fortuna. Ma tutti, chi più chi meno siamo “migranti”. E anche tu, ricordi, vero!? “Migrare” è la condizione della nostra esistenza. Tutti andiamo verso qualcosa e qualcuno… che non conosciamo neppure! Beato chi è sempre pronto “con la cintura ai fianchi e le lucerne accese”, come diceva il Maestro!».

Quest’anno si celebrerà il Giubileo della Misericordia, indetto da papa Francesco.

«Papa Francesco è davvero un grande! La Misericordia è un dono divino che può essere solamente “donata” dall’alto, e custodita da ciascuno come dono prezioso e divino, appunto. Temo che non tutti riescono a comprenderne il profondo significato, umano e spirituale. Io, caro figliuolo, appartengo ad una generazione che sente ancora l’odore di carne bruciata nelle cavee degli anfiteatri di tutto l’impero, eppure abbiamo perdonato i romani. Spero che anche voi possiate perdonarvi l’un l’altro!».

Misterbianco non t’ha mai scordato, t’ha sempre “festeggiato”!

«Ma le feste, caro figliolo, quelle si che sono solo “vanità”! Però, se sono per la gloria di Dio, se aiutano a fortificare la fede del popolo, se sono a giovamento del messaggio evangelico, ebbene, allora anche quelle servono! Macari ‘a “Festa Ranni”, come la chiamate voi! Però, stiamo attenti a non esagerare,… ‘u suprècchiu è comu ‘u mancanti”, come dite dalle vostre parti! E dillo ai tuoi cari compaesani, soprattutto a qualche misterbianchese “testa calda”! Adesso s’è fatto tardi e devo proprio andare; ti voglio dire ancora una cosa: Amate sempre, amate comunque! Solo l’amore conta, solo l’amore resta! “Ama e fa ciò che vuoi”, come dice Agostino d’Ippona, un altro mio grande conterraneo. Solo l’amore vince!». Quanta verità nelle sue parole! Quella verità che solitaria vaga in campi color fuoco, tra sabbia e rose del deserto… nel mondo di Antonio, il Grande!

Angelo Battiato

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