Ripresi gli scavi a «Campanarazzu»

lavori nella storica chiesa di Campanarazzu Sono finalmente ripresi, dopo due anni di fermo, i lavori di scavo archeologico all'interno del sito di «Campanarazzu», dove prima dell'eruzione lavica del marzo 1669 si trovava l'antico Comune di Misterbianco e la sua chiesa madre.

Iniziati nel 2009, dopo il finanziamento di un milione di euro da parte dell'assessorato regionale ai Beni culturali, gli scavi diedero subito dei buoni risultati, tanto che si riuscì a riportare alla luce tutta l'intera navata della chiesa, lunga oltre quaranta metri, coperta da uno strato di basalto lavico di ben nove metri, gli altari laterali e i locali che ospitavano la sagrestia.

Il distacco da una parete di un costone di pietra lavica provocò la sospensione dei lavori per permettere di mettere in sicurezza il cantiere, ma, ultimato l'intervento, gli scavi non sono più ripresi. Solo nel gennaio scorso il degrado raggiunto dal cantiere abbandonato e la denuncia del nostro giornale permise di riaccendere l'attenzione sul sito archeologico, che nel contempo aveva ottenuto un ulteriore finanziamento di 696mila euro per essere reso fruibile.

La scorsa settimana, dopo l'incontro tra la ditta appaltatrice e la direzione dei lavori, il cantiere è stato riaperto e sono state avviate le opere di consolidamento dei muri perimetrali dell'antica chiesa e del pavimento, che serve da copertura alle numerose cripte sepolcrali le cui botole d'accesso sono state ritrovate lungo la navata principale. I lavori di questo primo lotto, stando alla previsione della direzione dei lavori, dovrebbero ultimarsi entro la prossima estate, data in cui dovrebbe essere già pronto il progetto del secondo finanziamento, che prevede la copertura del luogo di culto riportato alla luce.

Nel contempo, la progettazione potrebbe prevedere anche l'esproprio di un piccolo lotto in modo da poter agevolmente accedere al sito di proprietà dell'attuale parrocchia della chiesa madre, che la ebbe in dono da Vespasiano Trigona, duca di Misterbianco. L'acquisizione di questo lembo di terreno permetterebbe, oltre che un facile accesso alla chiesa, anche la possibilità di un secondo ingresso al boschetto di querce secolari, sempre di proprietà della parrocchia, e al parco realizzato dalla Provincia.

Carmelo Santonocito
La Sicilia
20/05/2012

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