Quanto paga una famiglia a Misterbianco per la tariffa dei rifiuti solidi urbani

Frazioni in movimento
Le famiglie MISTERBIANCHESI hanno pagato mediamente, OLTRE le 270 EUR annui per lo smaltimento dei rifiuti solidi e che corrisponde intorno ai 3.37
EUR al mq.
E' quanto emerge da una
ricerca di "Frazioni in Movimento" che ha analizzato le tariffe della
Città. La ricerca ha preso come campione un nucleo familiare di 4
persone con una casa di circa 80 - 100 mq. Gli importi sono comprensivi
dell'IVA 10% e il tributo provinciale del 5%. Il Comune deve varare un
regolamento, che deve essere approvato dal Consiglio, mentre spetta
alla Giunta stabilire, annualmente, l'importo da pagare. Cosa che
l'Amministrazione Comunale di Misterbianco non ha ancora provveduto. In
particolare, il regolamento può prevedere una serie di riduzioni o
esenzioni, come ad esempio la riduzione per i single, per nuclei
familiari con bassi redditi o dove vi sia la presenza di un portatore
di handicap ecc.

Il Dlgs 22/97, meglio
noto come decreto "Ronchi" ha previsto la progressiva trasformazione
della tassa in tariffa "TIA" (tariffa igiene ambientale), entro il 2005.
La finalità di questa scelta è di ripartire il
costo sulla base del criterio della effettiva produzione
dei rifiuti e di coprire almeno l'85% del costo del servizio.

L'obbligo di istituire la
tariffa è stato più volte prorogato, da ultimo con la Legge finanziaria
del 2004 (governo Berlusconi). La Simeto Ambiente (ATO CT 3) ha
applicato, in assenza del regolamento comunale, un suo personale
tariffario, non tenendo conto di: dell'effettiva produzione dei rifiuti
per
utenze
domestiche ed utenze non
domestiche, sgravi per la raccolta differenziata, esenzione delle aree
adibite a garage, e per ultimo, l'inesattezza dei mq. delle abitazioni.

Se si analizzano le
tariffe applicate dalle
città capoluogo di regione, notiamo come gli aumenti applicati nei
piccoli comuni come quello di Misterbianco, appaiano enormemente
spropositati.
Perugia
la città in cui la tassa sui rifiuti costa di più con un gettito annuo
di 249,16 EUR (3,11 EUR al mq.), seguita da Trieste con 247,50 EUR (3,09 EUR al
mq.), da Cagliari con 244,72 EUR (3,06 EUR al mq.) Agrigento con 293,08 EUR
(3,67 EUR al mq.). Le meno "care", invece, sono Campobasso con 111,40 EUR
(1,39 EUR al mq.), Ancona con 121,50 (1,51 EUR al mq.), Firenze con 137,40
EUR (1,71 EUR al mq.), Reggio Calabria con 76,40 EUR (0,95 EUR al mq.), Isernia
con 91,45 EUR (1,14 EUR al mq.), Matera con 100,30 EUR. (dati FEDERCONSUMI).
Sono il 35,6% le Città che hanno apportato
una maggiorazione

nel periodo 2006 - 2007. In particolare, gli aumenti più consistenti si
sono avuti a Palermo con il 74,6%, a Taranto con il 63,5%, a Pordenone
il 48%, a Terni il 31,3%, a L'Aquila il 30%, a Trieste il 27,5%, a
Cagliari il 19,8%, a Roma il 15,88%.
A fronte di ciò, 7 città hanno diminuito
la tariffa:

Udine del 12,5%, Lucca del 9,6%, Teramo del 4,4%, Belluno del 3,4%,
Livorno del 2,9%, Rovigo del 2,3%, Perugia dello 0,5%. Sono
quest'ultime tutte Città dove è in vigore da qualche anno la Tariffa e
dove si applicavano aliquote al mq. tra le più alte d'Italia. Sono
infatti 42 (40,4%), le Città Capoluogo di provincia che hanno optato
nel corso degli ultimi anni per il passaggio da Tassa a Tariffa.

LA
TASSA SULLA TASSA: IL TRIBUTO ALLE PROVINCIE

Nella
stragrande
maggioranza delle città, esattamente in 90, si paga il tributo
provinciale più alto, equivalente al 5%, mentre a
Brescia
si paga la maggiorazione dell'1.5%,
Livorno
e Siracusa
il 2%,
Ragusa
e Taranto
il 3%,
Oristano
il 3.5%, Catania, Messina, Lucca
e Foggia il 4%, mentre a Trento
e Bolzano non si paga tale maggiorazione.
Nel
corso del 2004, si sono verificati aumenti medi dell'8.2% rispetto al
2003.
In
particolare a Livorno
c'è stato un aumento
del 12%, a Torino del 21%, Potenza
del 9%, Genova del 6%, Bologna
e Messina del 5%, a Venezia
del 2.5%. A Misterbianco, ed in generale nei 18
comuni che fanno parte di ATO CT3
, (Simeto Ambiente) si registrano aumenti superiore
al 100% rispetto alla vecchia tariffa comunale.
La
situazione non migliora in Italia per gli anni 2005 e 2004, infatti su
un campione di 27 città, grandi e medio piccole, del Nord, Centro
e Sud si registra un aumento medio della pressione
fiscale del 10.5%. In particolare l'aumento più consistente si registra
a Sassari, con il 37.2%, aumento dovuto dal passaggio dalla
Tassa alla Tariffa. Aumenta del 20.5% aLatina, del 17% ad Imperia
del 10% a Varese, del 9.8% a Potenza, del 7.2% a Livorno. Non hanno ritoccato le tariffe le città di Venezia, Lecco,
Roma, Pescara, Salerno,
Foggia
, mentre c'è
un leggero ribasso a Ravenna
e Sondrio.

CONCLUSIONI
Sulla questione delle tariffe locali va fatta
chiarezza: La nostra Amministrazioni Comunale non
può utilizzare lo strumento delle tariffe come "COMPARAGGIO" ALLE
SOCIETA' D'AMBITO TERRITORIALE per scopi puramente politici, a cui
peraltro non si accompagna, di norma, maggiore qualità, efficienza ed
efficacia del servizio. In particolare modo quando questo servizio è
stato affidato (nella provincia di Catania) ad ATO CT 3, gestito da
referenti politici dal Presidente della Provincia, Raffaele Lombardo
(oggi candidato a presidente della regione).
Per
"Frazioni in
Movimento", è necessario sviluppare una vera e propria Politica di
tutti i redditi nel territorio, in quanto è lì che si incontrano le
politiche di sviluppo, con quelle dei servizi, in un quadro di equa
razionalizzazione della spesa pubblica. Senza tale politica e quindi
senza concertazione, si aprirà una sola strada: IL CONFLITTO SOCIALE.
Strada obbligata per difendere il potere di acquisto delle retribuzioni
e delle pensioni che è una delle vere emergenze del paese.

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