Pippo Pattavina mattatore in Memorie di un suggeritore, per la regia di Ezio Donato

Memorie di un suggeritore



Giunto all'apice della sua carriera, dopo aver attraversato per più di cinquant'anni tutti i generi teatrali, un vecchio suggeritore, durante una prova del Cirano di Bergerac, s’immedesima a tal punto nel dramma del protagonista da rifiutare l'idea di condividerne la sorte. Insostenibile gli riesce lo strazio del personaggio, costretto a celare volto e sentimenti, per "suggerire" ad altri le parole più belle e poetiche. La rinuncia ad esprimersi in prima persona gli appare ad un tratto intollerabile ed ingiusta.

Ed ecco il "nostro" suggeritore irrompere sulla scena e mostrare finalmente a tutti le sue stupefacenti capacità interpretative, invero superiori a quelle dei pur tanti e illustri attori che fedelmente ha servito.

È questo lo spunto narrativo da cui prende le mosse Memorie di un suggeritore, la nuova produzione del Teatro Stabile di Catania, in programmazione dal 14 febbraio al 6 marzo 2011 alla Sala Verga. Il lavoro - costruito su una variegata commistione di generi e registri: poesia, teatro di prosa e musicale - s'inserisce coerentemente nel cartellone impaginato dal direttore del TSC Giuseppe Dipasquale, sul Leitmotiv "il tempo della musica", metafora che indica la forza insita in un linguaggio universale, specie in tempo di crisi come l'attuale.

La novità assoluta è firmata a quattro mani da Ezio Donato e Pippo Pattavina, per la regia dello stesso Donato, scene e costumi sono di Giovanna Giorgianni. Nel ruolo del titolo c’è naturalmente lo straordinario Pippo Pattavina, una vita legata al teatro e allo Stabile etneo in particolare. Interprete poliedrico, si è distinto sia in ruoli sia comici che drammatici, regalandoci personaggi di grande ilarità, ma anche di profonda introspezione. Al suo fianco, nello spettacolo, gli attori Agostino Zumbo e Raffaella Bella, insieme ai musicisti Carlo Cattano (sassofono, flauto), Giuseppe Finocchiaro (pianoforte), Ruggero Rotolo (batteria), Pippo Russo (chitarra), Nello Toscano (contrabbasso).

In verità anche Pattavina, da giovane, ha esordito da suggeritore, ma solo per un’esperienza lampo. Quanto basta per ispirare l’avvio della pièce, che fornirà a questo autentico beniamino del pubblico l’occasione di riproporre un’avvincente antologia di brani, non limitata peraltro a suoi cavalli di battaglia. Un itinerario attraverso classici teatrali di ogni epoca, ma anche sketch e canzoni, che il protagonista affronterà puntando sul fascino dell’intatta voce baritonale.

«Devo ammettere - confessa Pattavina - che questa provami spaventa e stimola allo stesso tempo, giacché la messinscena è molto varia e sarò quindi impegnato a passare da un genere all'altro, dall'avanspettacolo alla tragedia scespiriana, il tutto su un unico filo conduttore, che si richiama alla mia prima esperienza teatrale con lo Stabile, all'inizio degli anni Sessanta,consumata proprio nella "buca", con il risultato di accrescere in me la passione di calcare il palcoscenico. Fors'anche per questo mi emoziona il lato sentimentale di Cirano, che in una famosa battuta accosta esplicitamente la sua parabola a quella del "suggeritore". La creatura di Rostand, non a caso evocata all'inizio del testo che Donato e io abbiamo scritto, consuma la propria vita elaborando personaggi di cui si appropriano gli altri: una scelta, un sacrificio ma anche una trappola dalla quale non sa o non vuole liberarsi.»

Vuoi per la mansione poco appariscente se non frustrante, vuoi per la tecnologia che avanza, l'importanza del suggeritore sembra al tramonto. Questa mitica figura della macchina teatrale - nata nel Settecento e ormai forse in via d'estinzione con l'abbandono dell'alternanza dei ruoli fra gli attori e la perdita di egemonia della scena all'italiana - continua a mantenere la sua antica funzione solo alla Comédie-Française. Ma nella gran parte dei teatri la realtà è davvero cambiata. Come la vive il personaggio affidato all'interpretazione di Pattavina?

«Viste le nuove mode della messa in scena, il "nostro" suggeritore ha ormai rinunciato - evidenzia Ezio Donato - alla nobile missione di angelo custode degli attori. Ora, con la complicità di un'orchestra che lo asseconda nella sua rivolta, è deciso a svelare all’amato pubblico, che mai poté riconoscerlo, la poetica anima d'attore che c’è in lui, per riscattarsi dalla condanna a restare nascosto: un tempo dentro la fatidica buca con cupolino posta in proscenio, che almeno gli riconosceva uno spazio d'onore, oggi retrocesso dietro le quinte. Il riottoso suggeritore incarnato dal mattatore siciliano farà rivivere sulla scena alcuni dei famosi personaggi delle commedie, delle tragedie, del melodramma, dell'opera buffa, dell'operetta e del varietà di tutto il “gran teatro del mondo”. Una ribellione tragicomica per non essere costretto a dire, come Cirano: Ecco il destino mio: far da suggeritore, - e meritar l'oblio!»

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