Paolo Citraro, il ricordo d'un vero artista misterbianchese

Paolo CitraroAnche il cielo a Misterbianco ha pianto lungamente la scomparsa di Paolo Citraro. La città perde uno dei suoi figli migliori, pittore, ottico, fotografo, scultore, decoratore, incisore, artista a tutto tondo, Paolo Citraro ha dedicato un’intera vita all’arte, ha giocato con i colori e la luce liberandoli, ad un tempo, dai suoi pennelli e dalle sue valenti mani.

Nato a Misterbianco, il 27 settembre 1928, di umili origini, suo padre era carrettiere, fin dalla tenera età mostrò un’innata predisposizione per l’arte, in particolare per il disegno e la pittura, dopo aver frequentato per alcune settimane la bottega del pittore di carretti Giuseppe Caruso, a soli tredici anni decorò il carretto del padre, imponendosi all’attenzione dei suoi concittadini come un vero “ragazzo prodigio”. Successivamente frequentò lo studio del decoratore Andrea Lombardo, dal quale apprese la tecnica degli stucchi ornamentali e della decorazione in oro. Lombardo, inoltre, lo introdusse nell’ambiente artistico catanese, dove conobbe e frequentò eminenti pittori del calibro di Mario Siracusa, Emanuele di Giovanni, Giuseppe Barone, Benedetto Condorelli. Conobbe gli scultori Mario Moschetto e Francesco Juvara, da quest’ultimo apprese l’arte di modellare il gesso e l’argilla, mentre progrediva notevolmente nella tecnica del disegno. Frutto di queste frequentazioni furono un pregevole ritratto a matita e un busto in gesso della madre, che ancora si possono ammirare nella sua casa museo, insieme ad altri numerosissimi dipinti realizzati nel corso della sua lunga e fruttuosa vita d’artista. Come alcuni grandi pittori del passato Paolo Citraro dipingeva soprattutto per se, per dare un senso alla sua vita, per adempiere pienamente alla sua vocazione d’artista, non si distaccò mai dai suoi lavori, realizzò alcune mostre personali e collettive, per particolari eventi religiosi e civili, solo nella sua amata città.

“Paolo ha un talento innato. – mi ribadiva spesso il compianto Mimmo Santonocito, suo amico ed estimatore, oltre che esperto d’arte – E’ un pittore puro, allo “stato grezzo”, così come dovevano essere tutti gli artisti all’origine, prima di studiare, prima di apprendere la tecnica pittorica e lo dimostra in ogni dipinto, in ogni tratto di pennello, in ogni sfumatura, una fattura artistica rara, frutto di grande sensibilità umana”. Un artista dal cuore bambino, dunque, che ha saputo realizzare tanti capolavori “creati” dal suo estro, di più, dal suo istinto, dal suo ardore artistico, capace di dar vita all’arte pura, all’arte vera. Ma don Paolo (come lo chiamavo io) è stato soprattutto un intellettuale, vero, organico, e un uomo semplice, mite, gentile, schivo, non amava apparire e non ha mai cercato attenzioni e riconoscimenti, modesto, umilissimo, e generoso (aveva donato un suo palazzo al Comune con “la disposizione obbligatoria di realizzare una casa famiglia per disabili”). Inoltre, Paolo Citraro era l’ultimo rappresentante d’un gruppo di amici illuminati che hanno amato e che c’hanno trasmesso l’attaccamento e l’amore per l’arte, la poesia, e la storia della nostra città. Nino Giuffrida Condorelli, Peppino Belfiore, Titta Abbadessa, Domenico Privitera Basso, Mimmo Santonocito, e per ultimo Paolo Citraro, c’hanno “affidato” l’identità di Misterbianco, un patrimonio culturale, storico e artistico inestimabile da custodire, promuovere, valorizzare e da consegnare alle future generazioni. Anche per questo l’Amministrazione Comunale avrebbe dovuto essere più attenta proclamando, nel giorno del suo funerale, il lutto cittadino, così come da noi proposto, per rendergli onore e per ringraziarlo di tutto ciò che ha dato alla città. Ma lo sappiamo, Nemo propheta in patria!
Paolo Citraro ha lavorato instancabilmente sino alla fine di suoi giorni (aveva 94 anni), la sua ultima fatica è stata un’elegante scena di Cavalleria rusticana su una sponda di carretto.

Noi conserveremo per sempre il ricordo d’averlo visto, nella sua ultima uscita pubblica, appena dieci giorni fa, durante la conferenza di presentazione dell’Associazione SiciliAntica Misterbianco, nel corso della quale abbiamo avuto il privilegio di nominarlo nostro “primo Socio d’Onore”, per i suoi “alti meriti artistici e umani”. E custodiremo mille momenti di dialogo, di confronto, di “confessioni” e di vita vissuta bene nella sua bottega d’arte. Il Maestro Paolo Citraro se n’è andato in punta di piedi, così come ha vissuto (aveva espresso la volontà di non far suonare le campane per il suo funerale). Veramente il cielo di Misterbianco piange uno dei Padri nobili della città. E noi ci sentiamo tremendamente più poveri e più soli. Adesso, lassù, lo aspetteranno con gioia, un poeta, un pittore e gli amici d’una vita, degna di essere stata vissuta. Buon viaggio, don Paolo. Misterbianco non ti dimenticherà.

Angelo Battiato

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