Nodo ferroviario di Catania o Fuga dalla realtà

Nodo FerroviarioQuando alla fine dello scorso anno, presso il Palazzo della Cultura si è svolto il primo simposio sul tema, alla fine, feci un brevissimo intervento facendo semplicemente rilevare, ai dotti relatori, come avessero “saltato” di considerare il “tappo di Messina” e del carontesco attraversamento dello Stretto, come pure della mai seriamente considerata via d’acqua Ionio-Adriatica, in chiave navigatoria e portuale.(recentemente la Corte europea ha definito i porti ionici, “cattedrali nel deserto”).

Vero è che la nostra Città porta da decenni le mostruose cicatrici “i trinceroni” che attraversano il centro storico e che si vorrebbero perpetuare ed anche allargare, per consentire un raddoppio ferroviario, ed inoltre si prevede una mostruosa isonorizzazione sopra gli archi marina (sic!); posto che le Ferrovie non intendono considerare i sovraccosti di interramento in galleria.

Ma sveliamo, infine la grande menzogna di considerare valido il sistema ferroviario della nostra Isola che si muove con la velocità da tradotta, di quando trasportava zolfo ed arance - e passeggeri rassegati - nelle carrozze declassate, “rigurgitate” dal nord Italia, lungo lo stesso tracciato agrario e poderale.

Oggi i treni cosa trasportano se non niente e nessuno? In un quasi celebrativo carosello insulare - visto pure il rinnegato sogno del Ponte sullo Stretto che ci escluderà per sempre da qualunque inserimento nel programma TAV.

E finiamo per indossare il cappello a sonagli, riducendoci a manifestazioni su velocipede o patetiche accensione di ceri propiziatori.

Per questo e per tant’altro, non ci resta che piangere; passando a prefiche e coefore.

A. Cammisa

tags: