Maria Attanasio a "Interminati Spazi"

La scrittrice e poetessa calatina ha presentato in anteprima nazionale "Amnesia del movimento delle nuvole" la sua ultima raccolta di liriche. A presentare il volume un'altra poetessa calatina Josephine Pace.

Scrivere, diceva qualcuno, è
un consumare sangue e Maria Attanasio di questo sangue invisibile ne ha versato
tanto dentro le sue pagine. La poetessa e scrittrice calatina è stata
l’ospite, col suo ultimo volumetto di poesie “Amnesia del movimento delle
nuvole”, di “Interminati Spazi” la rassegna con l’autore, tra poesia,
narrativa saggistica e visioni, a cura dell’assessorato alla Cultura e della
Biblioteca “C. Marchesi” e giunta ormai al suo decimo appuntamento.
“Amnesia del movimento delle nuvole” - come ha sottolineato, Josephine Pace
l’altra giovane poetessa calatina chiamata a presentare il libro - è la
metafora dell’evoluzione, di una metamorfosi inconsapevole della quale ogni
essere è protagonista, una sorta di legame e non con un passato remoto
inconoscibile ma che ha segnato profondamente, geneticamente, il suo ‘esserci’.
Le modalità di questa
esplorazione – ha sottolineato Josephine Pace lungo la sua densa lettura
critica -  sono sensoriali, in una
concezione della poesia come tramite attraverso cui le percezioni del corpo si
traducono in opera senza ridurlo tuttavia  a
semplice intermediario: piuttosto veicolo primo del nostro esistere. Per queste
ragioni il viaggio di Maria Attanasio include un itinerario spazio-temporale
durante il quale si manifestano improvvise incursioni in profondità nella
memoria personale e collettiva, così – ha continuato Josephine Pace - tutte
le dimensioni percettive vengono coinvolte in quello sforzo cognitivo costante e
nell’elaborazione dei dati significanti si sostanzia poi il processo di ‘intelligere’,
ossia il viaggio stesso”.

Non c’è però nessuna linea “siciliana”, nessuna sicilitudine
della e nella letteratura dell’Attanasio: perché se quella si muove al di
fuori della storia e costeggia l’isola mitica e assolata, meraviglioso eden (e
quindi storicamente luogo impossibile, regione di quiete e di accettazione) in
questa c’è solo fortissima appartenenza alla Storia, seppure nella forma
della letteratura. Le sue femminili “genti meccaniche” – pur
trasversalmente attraversate da figure maschili potenti – si connotano nella
diversità dell’essere e dell’agire ma soprattutto esistono e consistono
nella storia della sua Caltagirone. “La città – ha concluso infatti
Josephine Pace - è l’argilla, elemento che Maria Attanasio non nomina
esplicitamente nelle sue poesie ma che ricorre in tutta la sua produzione: è
sostanza fondante di cui sono costituite tutte le cose della quotidianità, è
elemento-materia della quale è imbevuta l’identità stessa della città, è
infine l’elemento materico attraverso il quale l’autrice ricostruisce il suo
profondissimo senso dell’appartenenza”. A fine incontro, la plaquette – ed
è questa la novità della rassegna “Interminati Spazi 2004” - è stata
donata, a spese dell’amministrazione, a tutti gli intervenuti.

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