Mafia,in Sicilia non assegnati 4 mila beni confiscati

terreni confiscatida lasicilia.it
Primo confronto tra la commissione regionale Antimafia e una delegazione di quella nazionale. Sono stati annunciati tre incontri pubblici tra le due commissioni: mese di giugno a Palermo, Milano e Roma.
Lillo Speziale, presidente della commissione regionale: «Abbiamo messo su anche alcune iniziative. Valutare le possibilità di supporto alla luce del provvedimento approvato dal Senato e che riguarda la sicurezza nel mondo produttivo, utilizzando i soldi del Pon nazionale e una quota delle risorse previste dalla Finanziaria nazionale; beni confiscati in Sicilia alla mafia, ma non assegnati agli enti locali: sono ben 4.000. E io ho posto il problema su come fare un piano di impiego di questi beni, utilizzando come risorse finanziarie gli stessi soldi dei conti correnti confiscati ai boss».

Secondo il vice presidente della commissione nazionale Antimafia, Fabio Granata, «si va verso il coordinamento tra le due commissioni su temi come l'Antiracket e la confisca dei patrimoni mafiosi, ma anche sul monitoraggio delle infiltrazioni mafiose nelle amministrazioni pubbliche e i rapporti con la politica».

Presente anche l'assessore alla Presidenza, Giovanni Iarda: «Il governo regionale è impegnato su più fronti nella lotta alla mafia, come dimostrano iniziative quali la legge voto per l'assegnazione alla Sicilia dei beni confiscati alla mafia e l'istituzione della Commissione per le nuove norme antinfiltrazione nella pubblica amministrazione».

Il Presidente dell'Ars, Francesco Cascio, ha aggiunto: «Questo incontro è utile per mettere a punto iniziative e per adeguare quelle parti di competenza del Parlamento nazionale della normativa antimafia che ha ricadute sulla nostra società. Pensiamo che la legge sullo scioglimento dei Comuni vada adeguata alle innovazioni normative che hanno permesso l'elezione diretta di sindaci e presidenti di province». E ha concluso: «Abbiamo l'esigenza di un dialogo con la commissione nazionale Antimafia per parlare della confisca dei beni mafiosi e assegnati agli Enti Locali, ma anche degli aiuti previsti agli imprenditori che decidono di denunciare i loro estorsori».

«La Regione deve dotarsi di una legge di riforma sulla trasparenza della burocrazia, così come si sta facendo a livello nazionale, e risolvere la questione dello spoil system che sta portando a ritardi nell'erogazione dei fondi Por e nel funzionamento della norma regionale sul credito alle imprese».

Sono le parole di Carlo Vizzini, componente della commissione nazionale Antimafia. Che aggiunge: «É finita la stagione degli applausi agli industriali che si ribellano, è arrivato il momento di dare loro delle risposte». A proposito di legislazione antimafia e selezione della classe politica, l'esponente del Pdl ha invitato tutti i partiti «a guardarsi dentro», mentre per quanto concerne le norme sul 41 bis, ha sottolineato che «lo Stato non può subire le beffe dei boss che comandano dal carcere. Sappiano loro ed i loro figli che i loro beni saranno confiscati anche post mortem».
Ed ha annunciato di aver invitato l'Osce (Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa) a Palermo, «nell'autunno 2010», per una sessione di lavoro con i rappresentanti dei 56 paesi membri.
Componente dell'Antimafia regionale e quale presidente della commissione Attività Produttive, a proposito dell'allarme lanciato dagli amministratori dei beni aziendali, Salvino Caputo ha disposto una audizione urgente con gli amministratori giudiziari e con il direttore generale dell'agenzia del Demanio: «Il trasferimento delle somme dalle aziende amministrate dopo la confisca al Fondo Unico, priverà le imprese della liquidità necessaria per continuare le attività con conseguente fallimento delle stesse e con la perdita di oltre 200 posti di lavoro. Spesso l'azione Antimafia si rivela più deleteria e devastante della stessa mafia».
Salvino Caputo ha anche chiesto a Speziale di convocare l'ufficio di Presidenza del'Antimafia per affrontare «il gravissimo problema», che non riguarda solo le aziende confiscate, ma anche quelle poste sotto sequestro.

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