L’incontro sarà incentrato sulla “Trilogia della villeggiatura” di Carlo Goldoni

Teatro StabileL’attore e regista Toni Servillo, pluripremiato protagonista teatrale ma anche di capolavori cinematografici quali Il Divo di Sorrentino e Gomorra di Garrone, sarà il mattatore del prossimo, atteso incontro di “Doppia scena”, fissato per mercoledì 27 gennaio alle ore 11 nel Coro di notte del Monastero dei Benedettini. Un appuntamento da non perdere, che arricchisce la prestigiosa galleria di artisti che animano il ciclo di approfondimenti organizzato dal Teatro Stabile in collaborazione con la Facoltà di Lettere e Filosofia.

La partecipazione è valida per il riconoscimento di crediti formativi universitari.
«Ma “Doppia scena” – sottolinea il direttore del Teatro Stabile Giuseppe Dipasquale – vuole essere molto di più: un’iniziativa ampia ed articolata che abbiamo potenziato ed innovato, convinti come siamo che può e deve essere una viva fucina di stimoli, col precipuo scopo di promuovere una sinergica piattaforma di dialogo tra il mondo teatrale e quello culturale, artisti e studiosi, appassionati e studenti, spettatori e pubblico potenziale».

Questo lo spirito che caratterizza l’odierna edizione di “Doppia scena”. Dopo le conversazioni con Alessandro Haber e Nanni Garella sul raro Platonov di Cechov, e con Luigi Lo Cascio e Vincenzo Pirrotta su Diceria dell'untore, novità tratta dal romanzo cult di Gesualdo Bufalino, adesso tocca a Toni Servillo, che ha firmato la regia di un capolavoro della letteratura teatrale, La trilogia della villeggiatura di Carlo Goldoni, in scena al Teatro Ambasciatori fino al 31 gennaio, all'interno della ricca stagione dello Stabile etneo. Ad introdurre l’ospite sarà il direttore dello Stabile Giuseppe Dipasquale, mentre il docente Rosario Castelli affronterà e illustrerà i contenuti del testo.

“Ciò che conquista è la sua assoluta originalità, la sua perfetta architettura teatrale; assistiamo alla trasformazione dei personaggi in persone i cui destini, le cui emozioni, ci riguardano e ci toccano profondamente”, evidenzia Toni Servillo, autentico richiamo di questa Trilogia, di cui firma adattamento e regia, agendo anche come interprete all’interno di un cast di altissimo livello. Prodotto da Teatri Uniti e Piccolo Teatro di Milano, lo spettacolo ha perciò riscosso un enorme successo, toccando in tournée diversi continenti.

Ancora una volta Servillo tiene ben presente l'insegnamento di Eduardo, condividendo col maestro De Filippo l'attenzione per l'uomo borghese italiano, indagato nel suo smodato desiderio d’apparire, nella sua vanità di esserci ancor prima d’essere, che trova espressione di sé nello status symbol dell’andare in villeggiatura; è questo il vero cuore tematico della Trilogia.

Allestimento unitario di quella che è stata definita una “miniserie del Settecento”, il trittico è la storia dell’educazione sentimentale di quattro giovani, Vittoria, Giacinta, Leonardo e Guglielmo, ritratti in una vacanza dalla vita, metafora di noie ed isterie. Goldoni analizza le situazioni consequenziali della villeggiatura: nelle Smanie la vera protagonista è la vanità, animata dalla disordinata agitazione per i “pazzi preparativi” prima della partenza; nelle Avventure si osserva la “folle condotta” nell'eremo di Montenero, presso Livorno, l’emulazione del benessere, gli amori sbagliati e, nel conclusivo Ritorno dalla villeggiatura, le “conseguenze dolorose che ne provengono”, avvolte dalla malinconica aura del ritorno alla vita ordinaria.

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