L’allarme della commissione Rifiuti 'Problematicità da tutti punti di vista'

Discarica Misterbianco“C’è una situazione di grave crisi, di grande problematicità da tutti i punti di vista, sia per quanto riguarda la gestione e quindi i diversi livelli amministrativi, la mancanza di una progettazione coerente e costante che dagli anni 2000 ad oggi di fatto non ha dato nessun tipo di risultato se non problemi enormi”. E’ un quadro preoccupante quello disegnato dal presidente della commissione parlamentare di inchiesta sui rifiuti, Alessandro Bratti, che oggi si è riunita in prefettura a Catania.

Il riferimento esplicito è relativo alla riforma degli Ato che in Sicilia non è stata portata a termine, ma la preoccupazione di Bratti si estende anche alla semplice gestione degli impianti.

“Poi – spiega il presidente della commissione parlamentare – ci sono anche alcune situazioni che in realtà non hanno a che fare con i rifiuti, ma che riguardano ‘spartizioni economiche’: è il fatto che si tratta di business. Situazioni su cui le Procure indagano è che saranno approfondite”.

La prima missione nella regione Sicilia della commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti si è aperta con l’audizione del prefetto di Catania Maria Guia Federico, accompagnata dal questore Marcello Cardona e la relazione è stata dedicata soprattutto al commissariamento di un contratto di gestione dei rifiuti solidi urbani, ai sensi della normativa antimafia e anticorruzione, primo caso in Italia.

L’intervento – sollecitato dal presidente dell’autorità anticorruzione Raffaele Cantone – ha riguardato, come è noto, il contratto tra la Oikos Spa e il comune di Catania e, più in generale, la conduzione della discarica di Motta Sant’Anastasia che è stata oggetto di un sopralluogo da parte della commissione. L’intervento prefettizio era nato da un provvedimento interdittivo antimafia nei confronti della IPI, società romana socia della Oikos catanese, emesso da un’altra prefettura, a cui si è aggiunto il provvedimento anticorruzione, emesso a seguito dell’ordinanza di custodia cautelare che ha colpito l’imprenditore Domenico Proto.

Secondo la commissione “la sinergia tra le misure antimafia e gli interventi anticorruzione sono un’esperienza molto importante, non solo per il territorio della Sicilia orientale, ma anche in una prospettiva nazionale. Molto spesso i traffici di rifiuti e i principali reati ambientali sono in stretta simbiosi con la corruzione e, in determinati territori, hanno stretti rapporti imprenditoriali con le organizzazioni mafiose” . Così la commissione ha analizzato, con delle apposite audizioni, diverse inchieste delle procure e delle direzioni distrettuali antimafia, che hanno confermato “il pericolo dell’infiltrazione mafiosa nell’intero ciclo dei rifiuti, mercato che in Sicilia ha un valore economico di rilievo”.

Secondo la commissione, quindi, interventi come quello avviato a Catania rappresentano “una modalità sicuramente efficace per colpire le ecomafie”.

I parlamentari hanno anche raccolto con preoccupazione la segnalazione delle intimidazioni ricevute dai sindaci di sei comuni del Catanese che sarebbero ‘ritenute collegate agli appalti per la gestione dei rifiuti solidi urbani’.

“Quando alcuni sindaci vengono a dire – ha aggiunto il presidente Bratti – che alle gare di spazzamento e di igiene pubblica partecipa solo un’azienda, al massimo due, ma quasi sempre una, fa capire che c’è un sistema economico forse fortemente condizionato da infiltrazioni della malavita, così come ci sono aspetti corruttibili legati alla gestione di grandi discariche private che meritano un ulteriore approfondimenti. Tutto ciò si traduce in qualcuno che ci guadagna tanto e nei cittadini che scontano sulla propria pelle un disservizio economico e ambientale”.

L’altro dossier analizzato dalla commissione d’inchiesta riguarda, invece, il tema delle bonifiche e della gestione dei rifiuti speciali pericolosi. In questo senso le audizioni hanno iniziato ad approfondire le problematiche legate ai poli petrolchimici – che saranno oggetto di una apposita missione – e alle miniere dismesse.

La capitaneria di porto e le altre forze dell’ordine hanno poi illustrato nel corso dei lavori della commissione l’attività di contrasto rivolta ai traffici transfrontalieri di rifiuti tema che sarà oggetto di una specifica relazione della commissione. Come in altre parti d’Italia anche la Sicilia orientale è coinvolta nei commerci illegali dei rottami ferrosi, dei rifiuti elettrici ed elettronici (i cosiddetti Rae) e dei materiali plastici.

La commissione ha infine visitato la piazza dedicata due giorni fa al commissario della Polizia di Stato Beppe Montana, ucciso in un agguato mafioso il 28 luglio 1985.

La delegazione della commissione parlamentare d’inchiesta è composta dai deputati : Alessandro Bratti, Presidente, Dorina Bianchi (NCD), Stella Bianchi (PD), Miriam Cominelli (PD), Renata Polverini (FI-PDL), Stefano Vignaroli (M5S) e dai senatori Giuseppe Compagnone (GAL), Pamela Orru’ (PD), Bartolomeo Pepe (Misto), Laura Puppato (PD).

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13/03/2015

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