Il Comune di Misterbianco non ha soldi

incontro sindacatida lasicilia.it
Protesta dei lavoratori dell'asilo nido ieri mattina davanti al Comune a difesa del posto di lavoro dal momento che il servizio rischia di non riaprire a seguito della mancanza di fondi.
Così come sta avvenendo per il trasporto urbano, anche per l'asilo nido comunale, si rischia che i cancelli d'ingresso rimangano chiusi.
Il problema è sempre lo stesso, i tagli nei trasferimenti dallo Stato e dalla Regione di circa 2,5 milioni di euro che non permettono di assicurare servizi per i quali il Comune da sempre faceva ricorso alle casse dell'ente per 260 mila euro e che adesso sono a secco.

Ieri mattina gli operatori hanno protestato davanti al posto di lavoro e una rappresentanza di lavoratori, assieme ai sindacati sono stati ricevuti dal sindaco Ninella Caruso e dall'assessore ai Servizi sociali Nunzio Santonocito per cercare una soluzione al problema e mantenere i livelli occupazionali che attualmente rischiano di saltare.

Dal confronto molto sereno tenutosi in sala giunta, al quale hanno preso parte per la Cisl, la segretaria territoriale di Catania Rosaria Rotolo, Rita Ponzo e Antonella Fusto e per la Cgil, Maria Concetta Pagana, è emersa la volontà di trovare una soluzione concertata proponendo anche soluzioni alternative.

"La proroga dell'asilo nido - hanno detto il sindaco Caruso e l'assessore Santonocito - era tra le priorità dell'amministrazione comunale, ma la manovra finanziaria estiva ci ha costretti a rivedere tutte le spese e a bloccare tutti gli impegni. Se le prospettive sono queste sarà difficile trovare una soluzione che cercheremo a tutti i costi".

Anche il sindacato è alla ricerca di soluzioni, consapevole del difficile momento: "E' importante - ha detto la Rotolo - rivedere tutti i regolamenti dei servizi a domanda per verificare quali margini ci sono e in tal senso chiederemo un incontro alla presidenza del consiglio comunale perché assieme ai capigruppo si possa identificare tale possibilità".
Una delle soluzioni prospettate, se non arriveranno i fondi è quella di cedere la struttura di proprietà del Comune, in comodato d'uso per una autogestione del servizio. Le parti al termine hanno deciso di rincontrarsi appena potranno prospettarsi soluzione idonee.

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