Il Bellini infelice di Mimmo Trischitta a Roma

Debutta sui legni del Teatro Greco della capitale, l'8 e il 9 di ottobre, "Bellini a Puteaux", il monologo di Mimmo Trischitta selezionato da Ennio Coltorti per "Passo ad uno: attori in cerca d'autori". Lo scrittore e giornalista catanese bissa così il successo di "Sabbie mobili".

La rassegna –
“Passo ad uno: attori in cerca d’autori” curata e diretta dal regista e
notissimo doppiatore Ennio Coltorti – giunta alla sua XVII edizione, è di
quelle prestigiose. In scena sui legni del Teatro Greco di Roma monologhi –
dodici testi – scelti e rappresentati per il pubblico. Tra questi c’è pure
quello del quarantaduenne Mimmo Trischitta, giornalista e scrittore catanese
che, selezionato quest’anno per il suo “Bellini a Puteaux”, bissa il
consenso che pubblico e addetti ai lavori avevano riconosciuto a
“Sabbie mobili”, il testo interpretato da Guja Jelo ed Eugenio Marinelli,
che l’aveva visto esordire come autore teatrale nel ’99 al Quirino di Roma.
“Bellini a Puteaux” che sarà rappresentato l’8 e il 9 ottobre prossimi
nel corso di questa importante vetrina del teatro nazionale, è la
ritrascrizione in monologo della piece “Autunno a Puteaux” che nel dicembre
dello scorso anno, con la prestigiosa regia di Alessandro Di Robilant è andata
in scena, prodotta dall’Azienda Provinciale del Turismo di Catania. Nei panni
di Vincenzo Bellini Coltorti ha chiamato il giovane palermitano Paolo Briguglia
(già interprete de “Il manoscritto del principe” e de “I cento passi”). “La
curiosità di questo mio testo – ci dice Mimmo Trischitta – è data dalla
presenza di molte battute in dialetto catanese. Si tratta infatti del delirio
del cigno catanese prima della morte nella villa di Puteaux”. “Sono curioso
– aggiunge – di vedere la reazione del pubblico romano davanti ad un
personaggio come Bellini, amato dai catanesi ma poco conosciuto altrove”.
“Con Autunno a Puteaux - aggiunge Trischitta - ho voluto cogliere
l’uomo solo e infelice, affrontando la “vita non illustre”, per così
dire, di questo personaggio”. E proprio il lato oscuro della vita segna la
scrittura di Trischitta. Non a caso i suoi due testi teatrali sono incentrati su
esistenze tormentate dallo sradicamento e dall’inappartenenza: la Daniela
Rocca di Sabbie Mobili e appunto il Bellini di Autunno a Puteaux.
La trilogia delle “vite provinciali” dovrebbe chiudersi con un altro atto
unico “Le cose che pensano”, protagonista Lucio Battisti. “Il cantautore
è colto nella fase dell’isolamento e della rottura con i mass media. Coltiva
il sogno della possibile collaborazione, già interrotta, con Mogol. Ma è un
sogno che non si concretizzerà mai, sbriciolato dalle difficoltà di un mondo -
quello dei media - ostile e disumano”. Lo stesso mondo avverso che Trischitta
vive quotidianamente. Una ulteriore selezione di “Passo a uno: attori in cerca
d’autori”, destinerà sei lavori da proporre nel prossimo dicembre al teatro
Brancaccio, diretto da Gigi Proietti.

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