L’ottimismo dell’on. Chiara Braga, prima firmataria dell’interrogazione sulle discariche catanesi, in merito ad una probabile prossima convocazione dei sindaci di Misterbianco e Motta S.A. da parte del Ministro dell’Ambiente Galletti ed alle conseguenti prospettive di possibili soluzioni, trova fortemente scettici i Comitati No discarica, che esprimono valutazioni molto critiche nel merito della risposta ministeriale all’interrogazione stessa.
«In sintesi – riassumono i Comitati – il Ministero nella sua risposta chiarisce che il tema delle autorizzazioni alle discariche non è di propria competenza ma della Regione; prende atto della mancata bonifica della vecchia discarica di Tiritì ora chiusa, senza preannunciare provvedimenti in merito; cita testualmente (facendole proprie) le argomentazioni dell’ordinanza del presidente Crocetta, secondo cui non sussisterebbero rischi ambientali e per la salute derivanti dall’attività di Valanghe d’inverno; ricorda senza contestazioni che il conferimento nella stessa discarica è autorizzato fino al raggiungimento della maggiore volumetria residua previsto nel progetto presentato dai Commissari prefettizi alla Regione, ma da questa in effetti mai ufficialmente approvato; ribadisce che la linea del governo nazionale per rendere efficace la gestione dei rifiuti al sud (e in Sicilia in particolare) è quella della costruzione degli inceneritori, parlando esplicitamente di un “fabbisogno residuo di incenerimento”; non fa intravvedere iniziative sulla verifica della legalità nelle procedure susseguitesi negli anni di autorizzazioni, nè provvedimenti centrali d’autorità sulla chiusura e bonifica delle discariche».
«Con queste premesse – concludono i Comitati – non si capisce cosa debbano andare realmente a fare a Roma i sindaci di Misterbianco e Motta se convocati dal ministro Galletti, che a noi rinviò l’appuntamento richiestogli. Forse per sentirsi ripetere di presenza quanto già scritto nella risposta all’interrogazione parlamentare? Speriamo di sbagliarci, e che i due sindaci portino davvero a casa risultati positivi per le nostre comunità, ben diversi da quel che oggi è comprensibile aspettarci».
Anche dopo la recente lettera di Di Guardo, sta al ministro ora dare i riscontri dovuti. Sperando che da Roma siano concretamente migliori di quelli avuti finora da Palermo.
La Sicilia
17/10/2016