"Framboise frivole" al Piccolo teatro

Il duo fiammingo - pianoforte prestigiatore e violoncello protagonista - parodizzano la musica classica in una performance divertente e colta.

Shakerate
Hendel - un tipo da “maneggiare” con cura secondo un intraducibile gioco di
parole inglese - con una spruzzata di jazz rigidamente “cool”, aggiungete un
pizzico di Bach, abbellite il tutto con qualche “aria” da opera - ovviamente
italiana - non senza aver scordato tra una svisata rockeggiante i Fab Four,
Sting. E Gershwin. Solo così potreste, ma alla lontana, avere una idea di Peter
Hens e Bart Van Caenegem ovvero “La framboise frivole” inclassificabile
coppia di musicisti belgi che con il loro “Pomposo”, piano prestigiatore
& violoncello protagonista, hanno calcato i legni del Piccolo Teatro
nell’ennesima proposta fuori dal coro cui Gianni Salvo continua ad abituarci. A
vederli con il loro aspetto serioso, frac ortodosso e papillon, compassata
presenza, quasi quasi non ci si aspetterebbe il cabaret-sberleffo, la parodia
della seriosa musica classica  cui
hanno dato vita in una sarabanda di contaminazione musicale - da Schubert a
Rosanna Fratello, tanto per cominciare - e di raffinatissime caricature sul
pentagramma, grazie alle quali Poulenc e Palestrina, Prokofiev e Purcell si
trasformano e passano da compassato madrigale barocco allo “scat” più
trascinante, dal recitativo più tradizionale all’improvvisa impennata swing.
Attenzione però, la parodia non è affatto fine a se stessa: i due in questione
(dai terrificanti curricula nei Conservatori di Anversa e di Rotterdam!)
dimostrano di conoscere a menadito non solo tutto il repertorio “classico”
ma di possedere una tecnica eccellente – nel caso di Peter Hans anche canora
– che consente loro di giocare anche col registro (fin troppo) colto dei
libretti allorquando lo stesso Hans imbastisce una vera e propria (esilarante)
opera, alternando con la sua voce tenore, soprano e basso. Tra ammiccamenti e
continue gag lasciano che la litziana Rapsodia Ungherese scantoni nel vorticoso
“Mission Impossibile” di Schifrin-Zimmer poi si confonda nel riff
celeberrimo della Pantera Rosa. Non manca nemmeno l’Orff dei “Carmina
burana” rivisitato in senso… alcolico con le etichette di vini e birre
declinate al posto del latino. Insomma, la piacevole macedonia del duo fiammingo
non si esercita come geniale “divertissement” ma sottintende tra le righe
una riflessione sui limiti stessi che oppongono musica “colta” alla
restante: e questo “Lampone frivolo” quel limite se l’è messo alle spalle
da un pezzo…

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