Enrico Berlinguer. Lui c'era

Enrico Berlinguer - MisterbiancoNel trentesimo anniversario della morte di Enrico Berlinguer in modo rituale, molto rituale, si organizzano riunioni, simposi, conferenze. Il nome di Enrico Berlinguer si cita a proposito ed a sproposito, nel senso che si dovrebbe avere un pochino di pudore nel nominare il nome di una persona che, nella sua vita, ha usato molta discrezionalità e non ha mai abusato del suo ruolo per mettersi in mostra, usando frasi ad effetto come si usa, purtroppo, fare oggi.

In queste riunioni molti usano la frase: “Io c’ero!”. Mentre altri fanno lunghe analisi sulla figura di Enrico Berlinguer. Intanto, nel suo ruolo di Segretario Generale del P.C.I., Enrico Berlinguer, lui c’era. Cioè, lui era consapevole del suo ruolo e lo assolveva con sobrietà, stile, accortezza, dignità. Enrico Berlinguer era il leader del P.C.I. ma non ne era il padrone, non ne era il “dominus“, era “la voce” di milioni di elettori, di iscritti che si identificavano nel Partito Comunista.

Lui ne interpretava le idee, i valori, le aspettative, le ansie, si identificava con gli iscritti e gli elettori e questi si identificavano nel ruolo che Berlinguer ricopriva, a differenza di oggi in cui il leader di un partito esprime il proprio pensiero al di sopra di tutto e tutti. Berlinguer era una persona garbata, gentile, con un “fair play”, oserei dire, d’altri tempi, da cui non si discostava. Non era, e non aveva bisogno di apparire altezzoso, spocchioso, né arrogante nei toni e nei comportamenti. Berlinguer non era un moralista, ma aveva una morale, un’etica, un codice di comportamento sempre lineare e corretto. In più egli aveva una “virtus” che lo distingueva: era semplice, concreto, chiaro nelle sue esposizioni, non si ammantava di nessun “fumus”.

Aveva una concretezza che oggi, nell’agone politico odierno, nemmeno si sa cosa sia. Berlinguer c’era nel suo tempo, egli era presente ed era concreto e non si circondava di nessun alone di natura “olimpica” per apparire divinus, ma era integrato con chi rappresentava ed i rappresentati si integravano nel suo ruolo di dirigente. Oggi si vive in un “clima” di distacco tra i rappresentanti ed i rappresentati, tra gli elettori e gli eletti. Berlinguer non aveva questo distacco, non lo aveva e non lo voleva.

Basta pensare al “suo sorriso malinconico”, in quel suo essere ed esserci c’era tutta la sua carica di umanità, di responsabilità, di consapevolezza, di compostezza, di sobrietà. Purtroppo, oggi mancano le figure “alla Enrico Berlinguer”. Lui oggi “c’è” in chi lo ha conosciuto, in chi gli ha creduto, in chi ha letto il suo pensiero e ne condivide il percorso di libertà, democrazia, uguaglianza, diritti. Enrico Berlinguer, lui c’era e c’è!

Giuseppe Scaravilli

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