"Di porti e di parole" la rassegna con l'Autore da Tertulia

Un intelligente circuito siciliano - tra Catania, Siracusa e Palermo - per conoscere la giovane narrativa italiana nel nome di Pier Vittorio Tondelli. Il progetto pensato e curato da Fabrizio Cavallaro e Matteo Bianchi.

“Fra buttarsi
fuori e tornare nel silenzio”. E’ l’alternativa di chi tenta di vivere
scrivendo, almeno secondo Pier Vittorio Tondelli, il nume tutelare nel cui nome
prende il via “Tentativi di vita”, il progetto ideato e curato da Fabrizio
Cavallaro, e da Matteo B. Bianchi (con la collaborazione di alcune importanti
case editrici) e che ha accolto nel suo primo incontro nei caldi saloni del Cafè
Libreria Tertulia, Gianni Farinetti con il suo “In piena notte”, edito da
Mondadori e su cui si è soffermata l’analisi attenta di Fabrizio Cavallaro e
di Renato Pennisi. All’interno di un intelligente “circuito siciliano”
pensato da tre prestigiose librerie dell’isola – la catanese Tertulia
appunto, il Biblios Cafè di Siracusa e la palermitana Kalòs – si
alterneranno “Di porti e di parole” tra quegli scaffali, giovani ma
affermati narratori italiani. Farinetti, “un torinese con il cuore che batte
al sud”, ci ha raccontato del suo incontro con la narrativa: “Ad un certo
punto dopo la pubblicità e la sceneggiatura ho raccolto i miei tanti fogli
sparsi che sono diventati il primo romanzo”, (‘Un delitto fatto in
casa’),
cui seguono ‘L'isola che brucia’ e ‘Lampi nella nebbia’,
quelli “con delitto” insomma… Questo “In piena notte” non è
propriamente un giallo, piuttosto un libro “di suspence e di sentimenti”. La
chiacchierata scorre fluida: dai suoi modelli 
- Balzac, i russi – all’incontro con Tondelli, fino alle riflessioni
sulla letteratura siciliana: “Considero molto interessante, al di là del caso
Camilleri, Santo Piazzese;” poi torna sull’atipicità del giallo come
“genere” riscoperto e che la critica ufficiale e accademica in bilico tra
gli steccati delle qualificazioni - letteratura alta e/o di intrattenimento? -
è costretta a riconoscere. “Eppure – sottolinea - non bisogna dimenticarsi
che in Italia ci sono stati Fruttero e Lucentini…” 
Farinetti è interessato ad indagare la struttura del romanzo classico
(da Manzoni a Verga fino a De Roberto e Tomasi di Lampedusa), il plot insomma,
come una sorta di Sterne italiano, che vuol raccontare l’universo… “Mi
accontento di narrare – chiude lui – solo storie”. Se per Fabrizio
Cavallaro “In piena notte” è un romanzo sull’assenza, sull’abbandono,
“il vuoto di una ferita”, Renato Pennisi ne ha evidenziato il carattere di
“storia cittadina che poi si apre sulla voragine della separazione con una
straordinaria tensione volta all’indagine degli stati d’animo, delle
emozioni più profonde: il tutto immerso in una attenzione davvero particolare
per le piante ed i giardini”. Nei prossimi appuntamenti “Di porti e di
parole” accoglierà Marco Mancassola, Alessandro Golinelli, Andrea Mancinelli,
Glberto Severini, Matteo M. Bianchi, Omar Ceccherini ed Andrea Marchi. Si chiude
a giugno con “Caro Pier” una testimonianza omaggio a Pier Vittorio Tondelli
di Matteo M. Bianchi, Enos Rota e Fabrizio Cavallaro. Prossimo appuntamento
givoedì 13 marzo con Marco Mancassola.

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