Consulta civica contro la discarica

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L’incontro pubblico per chiedere la chiusura
della discarica di contrada «Tiritì», a Notta
Sant’Anastasia, tenutosi due settimane fa, ha
prodotto a Misterbianco i primi risultati con la
costituzione di una Consulta civica del quale
fanno parte amministratori comunali, forze
politiche di maggioranza e opposizione e semplici
cittadini.
Un incontro operativo nel corso del quale è
stato sottoscritto un documento con il quale, ribadendo
la richiesta di chiusura, «si sollecita -
si legge nella nota - l’intervento del presidente
della Regione, del prefetto, dei nuclei di tutela
ambientale delle forze dell’ordine, della Procura
della Repubblica e di chiunque abbia titolo
per intervenire, senza escludere iniziative di
protesta e di mobilitazione popolare per fare
sentire forte il disagio della popolazione residente,
che rivendica il diritto di tornare a respirare
».

Gli odori nauseabondi avvertiti quotidianamente
dalla popolazione hanno di fatto scatenato
la protesta, che per la prima volta vede insieme
tutte le forze politiche e i cittadini, che,
superando incomprensioni e steccati ideologici,
sono uniti «nel chiedere con forza l’avvio di
un processo che possa portare nel più breve
tempo possibile alla chiusura della discarica».
Il deposito di rifiuti, uno dei più grandi dell’Isola,
ricade nel territorio del Comune di Motta
S. Anastasia ma si trova ad appena trecento
metri dal centro urbano. «La preoccupazione
del tavolo civico - si legge nel documento - è ancora
maggiore del passato, dal momento che la
ditta che gestisce l’impianto di smaltimento
ha ottenuto l’autorizzazione regionale all’ampliamento
per i prossimi cinque anni con un
conferimento di altri 2,5 milioni di metri cubi».
Il documento, sottoscritto dal sindaco Ninella
Caruso, dal vice sindaco e assessore all’Ecologia,
Franco Galasso, dal coordinatore locale
del Pdl, Piero Pignataro, dal capogruppo del
Pd, Massimo La Piana, e dai promotori Paolo
Conti, Alfio Sciacca, Maria Caruso e Dario Cucè,
evidenzia come, dopo circa 30 anni di funzionamento
dell’impianto, «non era certo il caso di
concedere un ulteriore ampliamento», occorrendo
invece «chiudere al più presto la discarica
per avviare una massiccia opera di bonifica
dove sono state scaricate di tonnellate di rifiuti
per realizzare un parco urbano».

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