In consiglio comunale monta la cultura del voltagabbanismo

Ancora un cambio di casacca in Consiglio Comunale. Già nei giorni scorsi il PDL di Misterbianco in conferenza stampa annunciava l’ingaggio del consigliere Serafino Caruso, proveniente da una lista civica e approdato poi al gruppo UDC.  Oggi tocca alla signora Giuseppa Vittorio che, eletta nella lista Di Guardo, divorzia dalla maggioranza per lenire nel PDL, assieme al collega Serafino, le delusioni delle proprie appartenenze d’origine. Sarebbe interessante sapere anche quali fossero le delusioni, dal momento che la signora da più legislature vaga e siede negli scanni di un Consiglio Comunale che, in questi ultimi anni, sembra essere diventato una specie di pantano, dove i ranocchi(consiglieri) hanno saltellato continuamente da destra a manca e viceversa, o si sono resi “indipendenti” in attesa del migliore offerente.

Si contano in tanti i voltagabbana, e non serve citarli tutti con nome e cognome. Basta assistere alle sedute consiliari per scorgere gli scambi di poltrona oppure seguire le cronache locali per riscoprirli riverniciati ad ogni nuova campagna elettorale: ognuno col suo curriculum di “ex”, anzi un susseguirsi di ex che non è mai la cosa ex dell’anno prima nè la cosa ex dell’anno dopo.

Negli atti dei Consigli Comunali che si sono succeduti si conserva la loro storia cromatica, una storia che raffigura tutto il campionario di trasformismo per agguantare col forchettone il privilegio delle pattuizioni.

Sembra, infatti, una generazione politica che non ha recepito la coerenza e la democrazia come un valore, perchè le trasgressioni etiche non rappresentano più una colpa sociale, ma un merito da celebrare senza vergogna con incoronazioni ed incarichi proporzionati al patteggiamento dei propri pacchetti elettorali. Sono i nuovi strateghi, i riciclati pronti a tutti i giochi del trasformismo, perché sanno che tra un rinnegato ed un galantuomo l’appoggio va sempre al voltagabbana, non a chi si sente in pari con la coscienza.

Infatti,  la legge, è vero, non si esprime sul “voltagabbanismo”, ognuno è libero di modificare, riformare e rinnegare le proprie posizioni, ma l’etica dovrebbe imporre agli eletti(che migrano) il buon senso delle dimissioni da consigliere, affinchè la forza politica d’appartenenza possa continuare a rappresentare in Consiglio la volontà elettorale del popolo “sovrano” che ha creduto in quel simbolo.

Questa interpretazione mi suggerisce il disprezzo per il trasformismo degli opportunisti da qualunque parte venga, un trasformismo che nella politica misterbianchese ha preso un vezzo che mi fa considerare l’intero consesso consiliare una schiera di dilettanti che mancano di basi politico-culturali e di riferimenti storici, che hanno preso d’assalto i seggi delle Assemblee elettive e li utilizzano come strumenti di lucro o di potere personale. Dilettanti inadeguati a produrre idee di politica innovativa per una visione più incisiva da imporre alla Giunta ed al governo del Comune, per il quale l’obiettivo principale è sponsorizzarsi con festini tra sacro e profano (mitizzati dalle ricorrenze patronali e soprattutto dal Carnevale) e col clamore di manifestazioni che non partoriscono nè una efficace azione politica, nè gli strumenti necessari alla reale emancipazione della nuova gioventù da cui far scaturire le progettualità collettive attorno alle quali aprire il confronto delle idee.

Enzo Arena

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Commenti

Mio caro amico e avversario

Mio caro amico e avversario politico da sempre; quello che scrivi in questo articolo cosi completo ed esaustivo, tanto da non raccogliere nessun commento, ti fa onore! Sono sinceramente d'accordo con quello che hai scritto e non da ora ma da quando eravamo ragazzi. Abbiamo inteso, sempre, la politica come l'arte del buon governo e no come posto di lavoro o come ricettacolo di quelli che di lavoro non conoscono nemmeno il significato della parola . Abbiamo la nostra piccola storia e siamo conosciuti da molti per la coerenza che ci distingue e per la passione politica scevra da interessi personali. Non abbiamo bisogno di metterci in mostra data la nostra ormai tarda età e quindi quello che pensiamo e scriviamo sono frutto di esperienza che vorremmo mettere a disposizione delle generazioni più giovani per poter costruire un futuro migliore. Premesso tutto questo ti chiedo e mi chiedo: come mai tutti questi salti della quaglia? e perche? ma dico io....che sono un iscritto al PDL ( ho pagato la tessera ) cosa é diventato questo partito? il contenitore degli scontenti? il ricettacolo dei delusi? Ma se i signori consiglieri di cui sopra, non hanno condiviso un anno fa la cultura , il programma, come mai adesso approdano al CDx? IO certo non andrò via dal partito, tranne che essendo considerato rompiscatole qualcuno mi dirà che non sono ben accetto! E dovrà motivare il perché non sarei ben accetto.....; perché non condivido, forse, l'ingaggio dei nuovi arrivi? Mi si spieghi allora quale é la motivazione dei nuovi ingressi e il perché queste persone vengono nel PDL, a che fare? Per riunirsi con chi? Per parlare di che cosa? E' cosi che si vuole rifondare un partito? Un partito che nel mio paese é stato affidato a persone che magari durante la campagna elettorale delle regionali hanno fatto votare per candidati di altri partiti? E qui mi fermo per non essere noioso. Ma a proposito..e i ragazzi 5Stelle dove sono andati? Non hanno nulla da dire a proposito degli argomenti fin qui affrontati? Si sono forse scoraggiati dagli ultimi risultati elettorali? Pensano forse queste nuove generazioni che sia tutto facile? Cosa pensano di poter vincere? Io nella mia vita ( politica ) non ho mai vinto nulla eppure mi sono sempre battuto per i miei ideali e sempre lo farò fino alla fine del mio SNC. Grazie.

Enzo Messina

"non ragioniam di lor, ma

"non ragioniam di lor, ma guarda e passa" recita un celebre verso della Divina Commedia. Dante si riferisce agli "ignavi", coloro che non presero mai posizione. Noi lo adatteremmo, come altra faccia della stessa medaglia, a chi la propria posizione la cambia continuamente, perchè comunque una posizione non la tiene mai. Ciò premesso, non entriamo nel merito delle scelte effettuate dai consiglieri Vittorio e Caruso perchè non ne conosciamo le motivazioni nè tantomeno ci interessano. Queste scelte fanno parte di quello che, nel gergo pentastellato, chiamiamo "vecchia politica". Dei suddetti consiglieri, al nostro Movimento, interessa l'operato, non l'appartenenza politica. In altre parole, Sig. Messina, pensi lei ai problemi del suo partito, perchè per i "ragazzi 5 Stelle" il problema è  il suo partito, così come lo sono tutti un problema, i partiti! Per quanto riguarda le nostre attività sul territorio, non siamo affatto scomparsi, anzi... come lei ben sa il territorio misterbianchese non è soltanto quello attiguo ai quattro canti, così ci siamo impegnati nella realizzazione della prima "Giornata 5 Stelle", che abbiamo realizzato questo sabato a Lineri e che ci ha dato grosse soddisfazioni. E non siamo affatto scoraggiati dagli ultimi risultati elettorali, ma siamo bensì impegnatissimi nel sostegno ai gruppi del nostro Movimento che stanno partecipando alle prossime amministrative nei Comuni siciliani. Tutte cose di cui sarebbe stato al corrente se avesse partecipato, come si era altre volte ripromesso, alle nostre Assemblee pubbliche di ogni martedì alle 21 a Piazza Dante. Ma forse preferisce farci domande su questo sito piuttosto che durante la nostre Assemblee. Ad Maiora,

Agatino Nastasi
Movimento 5 Stelle Misterbianco

 

Agatino Nastasi, rispetto il

Agatino Nastasi, rispetto il tuo commento per il contributo al dibattito in corso, ma voglio soffermare la mia attenzione sulla tua quasi indifferenza al fenomeno sempre più dilagante del voltagabbanismo, che ha contagiato tutte le contrade politiche del Paese.

Tu sostieni che dei nostri politici interessa al tuo Movimento l’operato e non le scelte dell’appartenenza.

In questo caso l’operato è il “voltagabbanismo” mentre l’appartenenza politica è un susseguirsi di ex “in continuo divenire”. Volendo essere in sintonia con la tua citazione dantesca “..non ragioniam di lor, ma guarda e passa..”, mi preme puntualizzare che il sommo Vate si riferiva a coloro che ”visser sanza 'nfamia e sanza lodo”(cioè a quelli che non si schierano- come scrive Antonio Gramsci).

Nella nostra epoca i soggetti a cui vogliamo riferirci non sono, dunque, gli ignavi danteschi, ma lo sono i trasformisti che, invece, vengono incoronati con incarichi o privilegi di patteggiamento per la migliore offerta. E sottovalutarne la differenza è una delle cause principali che hanno trasferito nella politica e nei partiti personaggi inaffidabili, trasformando il nostro Parlamento in una torre di Babele senza connotati e senza più vergogna.

I rappresentanti eletti dal popolo hanno l’obbligo morale della coerenza verso chi li ha delegati, altrimenti la democrazia perde la reale rappresentatività e le elezioni servirebbero a dare legittimità alle ribalderie degli eletti.

Ti pare, infatti corretto che il tuo voto venga utilizzato in ambigui compromessi ora quà ora là secondo le logiche di convenienza dell’eletto?.

Riguardo, invece, le interrogazioni finali del commento dell’amico mio omonimo Enzo Messina, io credo che abbia voluto stimolare i giovani del Movimento 5Stelle (che tu sostieni) a cimentarsi con sempre più vigore nella discussione pubblica del blog, visto che il calo dei primi fermenti propiziatori pare abbia scemato i propositi d’origine, perchè in fondo le rabbie grilline non li ha inventate Beppe Grillo. Rabbie che portiamo tutti noi addosso, anche quando le manifestiamo con una dialettica più cònsona al confronto politico civile con l’interlocutore. Grillo le sue rabbie l’ha rivestite solo di comicità senza dare nè contributo consequenziale agli esiti elettorali nè soluzione ai problemi denunciati, anzi sgonfiando con l’ilarità quella protesta legittima che emerge nel Paese e che invece occorre essere organizzata contro la catastrofe del sistema.

Comunque, le discussioni delle vostre assemblee settimanali a Piazza Dante sono una risorsa della democrazia, ma spero che siano alimentate da indipendenza di giudizio, non condizionate dalle parole d’ordine o dalle decisioni verticistiche rimesse nelle mani di Grillo e Casaleggio. Il primo debutto vi è stato positivo, ma ora le lotte devono continuare all’insegna della razionalità e dell’autonomia intellettuale che rappresentano le condizioni necessarie per la realizzazione di un progetto politico comune tra quelle forze più genuine del Paese. Un fraterno saluto.

Enzo Arena

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