Conferenza stampa di presentazione 'Terra Matta'

Stabile«Descraziate siciliane terramatta». Così Vincenzo Rabito racconta e giudica l'Isola e gli isolani. Così ricorda con rabbia un infinito calvario di ingiustizie ed illusioni. Spietata memoria del Secolo Breve, la sua, rivelata nei diari segreti in un inedito miscuglio di italiano e dialetto, lingua inventata elaborando negli anni, giorno dopo giorno, una parlata tanto improbabile quanto suggestiva, atavica, ancestrale, orale. L'unica possibile a lui, “inafabeto”, ma irresistibilmente determinato ad uno sfogo che ferisce e commuove, confessione senza veli né menzogne, che l'amore del figlio Giovanni ha riportato alla luce nel 2000. Ossia quindici anni dopo la morte del padre, sintetizzando la narrazione fluviale in un bestseller, intitolato appunto Terra matta.

Lo spettacolo, in programmazione a Scenario Pubblico dal 14 marzo al 5 aprile, s'inserisce nell'ambito di Te.St., la rassegna dello Stabile etneo che il direttore Giuseppe Dipasquale ha incentrato sugli autori contemporanei e le messinscene sperimentali.

Il Teatro Stabile di Catania ha tratto dall'opera pubblicata da Einaudi l'omonima riduzione teatrale, una novità assoluta affidata all’adattamento, alla regia e all'interpretazione di un artista geniale come Vincenzo Pirrotta, straordinario cuntista e cantore della Sicilia, del suo splendore e dei suoi orrori, della sua storia illustre e del suo degrado. Scene e costumi sono di Giuseppina Maurizi, le musiche di Luca Mauceri, i movimenti coreografici di Alessandra Luberti, le luci di luci Franco Buzzanca. Accanto a Vincenzo Pirrotta agiscono sulla scena Amalia Contarini, Marcello Montalto, Alessandro Romano, Salvatore Lupo, Giovanni Parrinello, Mario Spolidoro.

La nuova produzione dello Stabile etneo sarà presentata nella conferenza stampa aperta al pubblico, che avrà luogo giovedì 12 marzo alle 10,30 al Teatro Verga. Il direttore Giuseppe Dipasquale approfondirà le ragioni della scelta di un testo e della sua messinscena, nel dichiarato intento di affondare nelle radici della storia e delle tradizioni isolane, in linea con le finalità istituzionali dello Stabile catanese, da sempre attento alla valorizzazione dell'identità culturale siciliana. Vincenzo Pirrotta interverrà inseme alla compagnia, impegnata a a far rivivere uno spaccato del Novecento, narrato non dai vincitori ma dalle classi umili, dai perdenti, dai vinti.

Una vera e propria epopea dei diseredati: la prospettiva di chi racconta dal basso un'esistenza “guerreggiata”, messa a dura prova nelle trincee della Grande Guerra, nella Campagna d’Africa dove s’infrange il sogno fascista dell’impero coloniale, o sotto le bombe del secondo conflitto mondiale. Una vita segnata dalla fame atavica del Sud e da cronici disagi, non leniti neppure dall’improvviso benessere garantito dal boom economico. E se l'autobiografia di Rabito, nel 2000 premio Pieve - Banca Toscana, è stata proposta al pubblico in versione ridotta ma esattamente come l’autore l'ha concepita, così il taglio drammatugico di Pirrotta restituisce fedelmente ai posteri la parola che il nostro antieroe ha scolpito, a fatica, nell'ultima privatissima battaglia della sua «maletratata e molto travagliata e molto desprezata» vita.

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