Anniversario eruzione 1669

Frazioni in movimentoAbbiamo pubblicato su Youtube un nostro contributo per ricordare l'eruzione del 1669 cui ricorre il 340° anniversario della fine dell'eruzione.

340 anni fa, Misterbianco veniva colpita da una catastrofe naturale, distruggendola completamente. Vogliamo ricordare questo doloroso evento nel giorno della fine dell’eruzione, 11 luglio 1669. Questa eruzione più conosciuta e distruttiva, raggiunse e superò, dal lato occidentale, la città di Catania; ne distrusse la parte esterna fino alle mura, circondando il Castello Ursino, che sorgeva su uno sperone roccioso allungato sul mare, e superandolo creò oltre un chilometro di nuova terraferma. L'eruzione fu annunciata da un fortissimo boato e da un terremoto che distrusse Nicolosi e danneggiò Trecastagni, Pedara, Mascalucia e Gravina. Poi si aprì una enorme fenditura a partire dalla zona sommitale e, sopra Nicolosi, si iniziò l'emissione di un'enorme quantità di lava. Il gigantesco fronte lavico avanzò inesorabilmente seppellendo Malpasso, Monpileri, Caporotondo, San Pietro Clarenza, San Giovanni Galermo (oggi frazione di Catania) e Misterbianco oltre a Villaggi minori dirigendosi verso il mare. Si formarono i due coni piroclastici che oggi sono denominati Monti Rossi, a Nord di Nicolosi. L'eruzione durò 122 giorni ed emise un volume di lava di circa 950 milioni di metri cubi. Nel marzo del 1669 questa terribile eruzione distrusse l’intero paese di Misterbianco, in soli due giorni, dal 29 al 30 marzo due braccia laviche la circondarono distruggendola.

Il torrente di lava ben alimentato (era largo quattro chilometri e alto 50 metri) investì prima l'abitato, quindi, appena un mese e un giorno dopo l'inizio dell'eruzione, la città di Catania. Anche allora come adesso, per necessità si sono costruiti nuovi insediamenti, infatti; dopo che la lava aveva sommerso la vecchia Misterbianco, la comunità fu costretta ad individuare un nuovo sito per edificare un nuovo paese. Durante l’eruzione, i misterbianchesi, staccarono la grossa campana dalla chiesa madre, prima che fosse travolta dalla lava e l’appesero ad un grosso albero d’ulivo, chiamando a raccolta la cittadinanza che vagava nelle campagne, dispersa ed atterrita.

Nello stesso anno, gli abitanti di Misterbianco si riunirono in contrada Milicia (il cui toponimo deriva dalle mele), nei pressi di Mezzocampo, (area dell'’attuale zona commerciale) per decidere in quale luogo ricostruire il paese. Dopo lunghe ed animate discussioni non riuscirono a trovare un accordo comune. Padre Leocata, autorevole sacerdote del paese si diresse a Nord di Catania dove, insieme con un nutrito numero di misterbianchesi, fondò il quartiere del Borgo, “u buggu”; molti altri, rimasti a Mezzocampo, presentarono richiesta al governo per ottenere in concessione le tenute di Pozzillo e Tiritì, frazione al confine di Misterbianco e Motta Santa Anastasia (allora di proprietà del Monastero di S.Giuliano) dove avrebbero ricostruito il paese. La loro richiesta fu accolta ed il governo ordinò ai misterbianchesi di pagare (a rate) al detto Monastero la somma di 501 onze, tari 12 e grani 10.

Nessuna analogia degli eventi riportati sopra è paragonabile con la realtà di Lineri, primo quartiere ad insidiarsi delle sciare ma, semplicemente è importante conoscere le proprie radici e ricordare la nascita della vecchia e della nuova comunità misterbianchese. L´etimologia del nome pare si possa ricondurre, come attesterebbero gli atti più antichi, a: MONASTERIUN ALBUM, ovvero, monastero dei bianchi o dalle bianche mura, dalla combinazione dei due nomi e dalla contaminazione dialettale in moster- bianco e quindi Misterbianco, anche se di quale monastero benedettino si trattasse non resta memoria certa. Probabilmente attorno al monastero si sviluppò il primo nucleo abitato, riconducibile a cittadini catanesi. Un’altra interpretazione vorrebbe invece il toponimo originato da "mosto bianco" ma l’ipotesi “documentata” più accreditata resta la prima.

"Mosterbianco", che nel 1602 aveva ben 3.030 abitanti, faceva parte della schiera dei casali (agglomerati rurali) di Catania, dalla quale riuscì a rendersi autonoma nel 1642, ottenendo l´indipendenza attraverso un patto fra alcuni“Maggiorenti”di Misterbianco e la Regia Corte.

Era quello un periodo di rovinosa decadenza per la Spagna, dissanguata dalla guerra dei Trent’anni e dall’errata politica (monarchia assoluta) condotta dal primo Ministro del regno Gaspar de Guzmàn, de Olivares, detto il Conte-Duca (1587-1645), che con la sua mania di grandezza aveva portato il dissesto nelle casse dell’erario. Lo stesso sovrano, sua Maestà Cattolica don Filippo IV, Re di Spagna, pur di procacciarsi denaro, si era ridotto “a far vil mercato” di titoli nobiliari e di libertà temporanee; a vendere Terre e Casali, con annessi e connessi (terreni, fiumi, vigneti, e uomini compresi) a signorotti facoltosi pronti a sborsare fior di monete. I viceré di Sicilia, di Napoli e di Milano avevano ordine di alienare ciò che si poteva, ed anche quello che non potevano vendere. Fu in quel momento grave (1641-42) che i misterbianchesi stanchi di sopportare i tanti soprusi, angarie e tirannie da parte dei cavalieri e gentiluomini della città di Catania, che versarono la somma di ventimila scudi e ottennero l’agognata libertà. Tale patto fu guadagnato grazie all’Eccellentissimo vescovo di Cefalù, Pietro Corsetto (1577-1643), quale intercedette presso Sua Signoria Illustrissima il Viceré Ammiraglio Don Giovanni Alfonso Henriquez De Cabrera, Conte di Modica. In quell’anno, 1642, il genovese Giovanni Andrea Massa acquistò per 42 mila scudi i terreni del casale per poi rivenderli alla famiglia Trigona di Piazza Armerina, che nel 1685 ottenne il titolo nobiliare di duca. In un antico stemma della nostra città del 1670 si legge in latino “MELIOR AB IGHIS RESURREXIT” (dal fuoco sorse migliore), un tempo riprodotto nel Palazzo Comunale. I dati e le notizie sono stati integrati con l’ausilio dei seguenti testi: Misterbianco (Guida alla Città) di Tiziana Guerra, Misterbianco Ieri 1988 di Mimmo Santonocito) da contributi mediali di Mimmo Morabito messi a disposizione dalla Biblioteca comunale di Misterbianco, ed infine, da nostre personali ricerche storiche. Il video riprodotto rappresenta un segmento di un documentario molto più vasto sulla nascita delle frazioni e, della storia dei primi abitanti che vennero a “colonizzare” le sciare di Misterbianco

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