ALLE MAESTRANZE DELLA ELMEC NON PIU' PAROLE.ORA OCCORRONO SUBITO I FATTI.

LA CORDATA DEL GOVERNO REGIONALE, INCALZATA DALL’INCUBO
DEL PONTE SULLO STRETTO, DISATTENDE CHI SULL’ISOLA AFFONDA.

LA CORDATA DEL GOVERNO REGIONALE, INCALZATA DALL’INCUBO
DEL PONTE SULLO STRETTO, DISATTENDE CHI SULL’ISOLA AFFONDA.

La situazione in cui si trovano i dipendenti dell’azienda elettromeccanica ELMEC di Piano Tavola
in provincia di Catania non ha ancora uno sbocco positivo, mentre sembrano manifestarsi invece gli intenti speculativi da parte della proprietà aziendale in un intreccio di passaggi immobiliari tra società.
La crisi, infatti, sembra non dipendere da fattori produttivi ma dall’intenzione di frantumare l’azienda in microaziende.
La ELMEC è una Azienda elettromeccanica sita a Piano Tavola(CT).
Produce scomparti ed altro materiale tecnologico per l’ENEL e per altre aziende Europee che distribuiscono energia elettrica.
L’azienda è ora in dissesto economico perchè il suo azionista di maggioranza ed amministratore unico, dopo aver disastrato le risorse e la credibilità aziendale con iniziative inefficaci risultate dannose, sul finire del 2005 ha alienato lo stabilimento ed il patrimonio immobiliare della ELMEC con ripetuti passaggi di proprietà, nonostante la società risultasse debitrice di oltre 9 milioni di euro nei confronti dell’erario.
Nel corso della vertenza egli ebbe a dichiarare di non avere le risorse finanziarie adeguate, nè credito sufficiente presso gli istituti finanziari per sostenere la ripresa dell’attività produttiva ferma dal mese di gennaio, per cui avrebbe attivato di conseguenza la procedura dei licenziamenti.

Nonostante le interpellanze alla Regione ed in Parlamento, le istituzioni fino ad oggi non hanno attivato le necessarie iniziative per il salvataggio di un consistente patrimonio industriale e occupazionale della nostra provincia.
Ed intanto si fanno sentire le ripercussioni negative sul piano sociale ed economico per le famiglie interessate, per le quali è prioritario che gli impegni assunti da parlamentari nazionali e regionali abbiano una soluzione immediata.

Non sono convincenti, infatti, i convenevoli di circostanza nè le fugaci apparenze senza esiti di rappresentanti della Giunta Regionale di centrodestra o dei leghisti di Sicilia, i quali, piuttosto che adoperarsi a rimuovere i problemi reali e urgenti dei siciliani, spendono la loro agiografica solerzia a “PONTIFICARE” lo Stretto ed a promuovere bagarra soltanto utile ai TORBIDI INTERESSI DI CHI LA SPONSORIZZA, rivolgendo la loro attenzione alla manna del grande affare del Ponte, per il quale “tutti gli uomini del Presidente” riciclati o riciclabili manifestano quest’oggi a Roma.

Ora il caso siciliano della ELMEC rappresenta per il sindacato il momento di scendere in campo per denunciare con vigore quei ritardi di procedure o le eventuali latitanze delle istituzioni di governo a definire le contrattazioni, affinchè il percorso intrapreso si concluda il più presto possibile col rientro alla normalità lavorativa e retributiva dei lavoratori dell’azienda ELMEC e col suo rilancio produttivo
E lo deve fare soprattutto adesso col governo nazionale di centro-sinistra, perchè è opinione alquanto diffusa che dal 1990 il sindacato abbia allentato il suo intervento incisivo nelle controversie del lavoro e non sia stato più all’altezza di contrapporsi efficacemente all’introduzione di tipologie contrattuali che hanno alimentato l’opportunismo cannibalesco di chi gestisce il mercato del lavoro con la compiacenza di governi il cui obiettivo primario è stato quello di distruggere lo stato sociale.

Istituzioni, Amministrazioni Comunali, Forze politiche e sindacali, dunque, hanno il dovere e l’obbligo morale di intervenire e di impedire che la dissolvenza della società ELMEC possa incrementare ulteriormente nel nostro territorio la già profonda crisi occupazionale o la precarietà del lavoro, divenuta l’incubo principale dei nostri giovani, i quali chiedono di essere aiutati a combattere questa instabilità, elaborando progetti di rivendicazione sociale e politica che possano diventare la madre di tutti i cambiamenti.
Occorre mobilitare le coscienze dei lavoratori e sensibilizzare le popolazioni del territorio affinchè una nuova massa sociale di pressione salvaguardi dignità e diritti inviolabili del lavoro per rimettere in cammino quegli obiettivi di lotta che sembrano essere stati cancellati dalla “deregulation” dello stato sociale, di cui a pagare sono sempre gli operai, gli impiegati ed i lavoratori in genere.
NON PIU’ PAROLE.
ORA OCCORRONO SUBITO FATTI REALI.

MISTERBIANCO, 19 Settembre 2006

( ENZO ARENA – Misterbianco )

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