Adoc chiede la partecipazione dei consumatori al tavolo tecnico dei Comuni

Adocda corrieredelsud.it
I rimborsi TIA impazzano, oltre che nella sede di Catania, anche le sedi di Misterbianco e Paternò dell'Adoc stanno ricevendo centinaia di richieste di intervento da parte dei consumatori inferociti da bollette da salasso accompagnate da carenze dei servizi. Mentre diffide, ricorsi e richieste di rimborso cominciano a partire, il tam tam amministrativo non finisce. La TIA continua a tenere banco e l'Ato Simeto insiste a voler mettere ancora più nei guai la collettività.

“La Serit non anticipi somme a chi non ha possibilità di incassare
. - a dirlo è Claudio Melchiorre, presidente Adoc - la quota di quanti pagano effettivamente la tariffa rifiuti nei 18 comuni serviti da Simeto Ambiente è di circa il 30%. E' questo il bubbone che bisogna incidere e dopo tutti questi anni l'Ato ha dimostrato di non poter fare fronte alla sfida. Serit si astenga da azioni intempestive e che potrebbero rivoltarsi contro di lei.”

Ma secondo i consumatori, l'attenzione è sui comuni. “La Simeto Ambiente è dei comuni che lamentano l'inefficienza dell'Ato -ha a questo proposito chiarito Salvo Spinella, tributarista, esperto dei consumatori. Possono quindi bloccare l'attività dell'Ato e procedere a due semplici azioni: emettere bollette con le tariffe della spazzatura legittime, vale a dire regolarmente approvate dai consigli comunali. Le ultime delibere valide sono quelle del 2003. Di conseguenza, è sufficiente emettere bollette Tarsu, e non più TIA, per tutte le annualità fino al 2009, compensando i pagamenti per chi li ha già effettuati.”

La soluzione della vertenza TIA è quindi a portata di mano, ma non si capisce per quale motivo i sindaci non tolgano ogni indugio e impediscano alla Simeto Ambiente di mettere in pericolo tanto la raccolta dei rifiuti quanto i bilanci comunali. “I consumatori hanno sempre affrontato con tempestività questo tema – ha commentato Melchiorre. Crediamo che quanto abbiamo prefigurato si sia sempre verificato. Ora, offriamo una soluzione. Poiché è chiaro che gli appelli servono a poco, procederemo con le diffide per bloccare l'attività di fatturazione dell'Ato e obbligare i comuni a non provocare con ritardi nell'azione gravi danni erariali. Sia chiaro che i consumatori non pagheranno un euro che non gli spetti. Gli strumenti per difendersi ci sono. E i costi da affrontare per la tutela dei loro diritti saranno poi pagati in un modo o nell'altro da quanti non impediscono queste inutili spese. Di questo ce ne rendiamo garanti. Se invece la strada vuole
essere quella del confronto istituzionale, siamo qui per chiedere di entrare a far parte del tavolo tecnico che i comuni hanno voluto costituire. Purché non serva a perdere tempo.”

LEGGI TUTTO L'ARTICOLO

tags: