Sul referendum del 17 aprile 2016

Referendum TrivelleNon sono un votante accanito e convinto, non mi piace delegare ad altri le scelte per il futuro della mia vita né quella del mio prossimo.

Mi piacerebbe, altresì, che io insieme agli altri, a tutti i cittadini, in modo diretto e partecipato potessimo decidere quanto pagare di tasse, quando andare in pensione, quanto spendere per gli armamenti, come gestire i nostri cibi e la nostra salute, cosa fare con i rifiuti, quali costi affrontare per le nuove tecnologie, quanto pagare i nostri lavoratori-parlamentari che mandiamo a rappresentarci al parlamento, quanti soldi spendere per eliminare la povertà e il disagio sociale, come usare le risorse delle nostre terre e del nostro mare, insomma come fare politica per avere più “voce in capitolo”.

Tuttavia i referendum mi piacciono, anche se più volte hanno rappresentato solo un contenitore di opinioni inascoltate, che non hanno trovato riscontro nella legislazione dello stato o spesso ne è stato tradito il valore impositivo della sovranità popolare (cito i referendum sui finanziamenti ai partiti, sull’acqua bene pubblico, etc).

Domani 17 aprile 2016, ci viene proposto di votare un referendum per abrogare una legge dello stato che permette l’uso indiscriminato e continuativo di perforare i fondali del nostro mare per estrarre petrolio.

Domani io andrò a votare e segnerò con una crocetta sul SI per l’abrogazione di questa legge, perché voglio che il mio mare e le sue acque restino pulite e non piene di catrame o liquami inquinanti, perché voglio che si investa denaro ed intelligenza per le energie pulite, prodotte dal sole, dal vento dall’acqua. Voterò SI al referendum del 17 aprile 2016 ed inviterò i miei figli, i miei amici, i miei conoscenti, i miei concittadini a votare SI perché è giusto così!!!

Perché necessità iniziare a produrre beni e ricchezze pulite, sostenibili, che garantiscono la salvaguardia del nostro mare, della nostra terra, della nostra acqua, del nostro cibo e della nostra aria.

Perché si inizi a produrre beni usufruibili da tutti e per tutti e nell’interesse di tutti, beni e prodotti condivisibili da tutti i cittadini e non ricchezze unte di catrame e sporcizia ed immensi profitti per pochi petrolieri usurpatori e le loro famiglie.

Però stavolta, se i tanti cittadini voteranno SI, staremo attenti, molto attenti, affinchè la legge sulle trivellazioni a mare deve essere realmente abrogata, tolta, eliminata, senza escamotage o sotterfugi legislativi come accaduto con altri referendum.

E perché no, domani 17 aprile 2016, con il nostro SI al referendum, potrebbe essere l’inizio di un piccolo passo verso un grande cambiamento.

Pasquale Musarra

tags: