STASERA INAUGURAZIONE STABILIMENTO MONACO

COMUNICATO STAMPA del 4 settembre 2009

Ottantasette anni dopo l’incendio che lo distrusse, torna alla luce lo Stabilimento Monaco, nel cuore del centro storico di Misterbianco. Un tempo importante insediamento industriale, oggi, la nuova struttura di proprietà del comune di Misterbianco, ospiterà un’area espositiva, aule, laboratori e l’archivio storico del comune. Il centro polifunzionale sarà anche la sede del museo del “Carnevale dei costumi più belli di Sicilia”.

L’inaugurazione della nuova struttura, fissata per oggi, venerdì 4 settembre, alle 20, segna la rinascita della vecchia ciminiera, l’incontro tra l’antico e il moderno. I lavori di ristrutturazione del vecchio stabilimento realizzati dall’amministrazione comunale guidata dal sindaco Ninella Caruso dal 2002 ad oggi, sono infatti, per Misterbianco, un ritorno alle antiche tradizioni e al recupero dell’identità del paese.

«Oggi è una data storica per Misterbianco – ha detto il sindaco Ninella Caruso – con grande gioia riconsegneremo ai cittadini quello che è stato dei loro antenati. L’amministrazione da me guidata ha compiuto un altro passo importante per la crescita culturale della comunità misterbianchese. La struttura avrà nuova vita, con lo sguardo rivolto al passato e alle generazioni future».

La nuova vita dello Stabilimento Monaco inizia nel 2004, quando l’assessorato regionale ai Beni culturali ha stanziato nell’ambito del Pit35 due milioni e 580 mila euro per il primo intervento di ristrutturazione. Il primo stralcio dei lavori comprendeva a piano terra, la realizzazione di uno spazio espositivo, di laboratori, di una sala conferenze da 300 posti; al primo piano laboratori, uffici e saloni. Il progetto prevedeva anche il restauro della facciata e della vecchia ciminiera simbolo del primo insediamento industriale degli inizi del secolo che funzionava da distilleria, mulino e pastificio. Alle somme finanziate con i Pit35 l’amministrazione ha aggiunto 900 mila euro per l’acquisto dell’immobile di proprietà privata che è stato sottoposto a vincolo da parte della Soprintendenza ai beni culturali di Catania. L’iter per l’acquisizione dei resti dello stabilimento Monaco è stato quanto mai travagliato. Nelle ultime tre legislature il consiglio comunale si è espresso più volte per approvare alcune varianti al piano di fabbricazione e a quello regolatore per evitare l’abbattimento della struttura che, in un primo momento, doveva fare posto ad un insediamento condominale con oltre 60 appartamenti. Nel 2005 sono stati avviati i lavori per ristrutturare il vecchio stabilimento che si sono conclusi con la consegna della nuova struttura ai cittadini. In futuro, se sarà finanziato il secondo lotto di lavori, verrà realizzato un auditorium con 400 posti a sedere.

I lavori di ristrutturazione sono stati eseguiti dalla ditta Di Vincenzo. Direttore dei lavori l’architetto Natale Zuccarello, con la consulenza degli ingegneri Luigi Bosco e Aldo Abate e dell’architetto Matteo Arena. Tutte le fasi della ristrutturazione sono state seguite dall’ufficio tecnico comunale: responsabile Rup ingegnere Vincenzo Orlando.

La storia

Un tempo, lo stabilimento “Francesco Monaco e Figli” sorgeva vicino al stazione della CircumEtnea. Il fabbricato misurava circa 125 metri di profondità con 60 di prospetto e si elevava con i suoi quattro piani per quasi 18 metri. Gli altri locali, magazzini, uffici, il fondaco, si estendevano fino a via Roma. Dal 1895, le attività che si svolgevano erano diverse pastificio, distilleria e mulino. Nel 1910, i fratelli Monaco si divisero le diverse branche produttive, Antonino impiantò a Catania la distilleria e l'industria dei derivati dell’alcool e Lorenzo continuò a Misterbianco con il mulino e il pastificio. Il mulino in 24 ore era capace di produrre circa 500 quintali di sfarinati. Vi arrivarono a lavorare fino a 200 persone.

Nel 1900, i Monaco cominciarono la produzione dei cognac. Si racconta che le loro cantine potessero contenerne costantemente una riserva di oltre 2000 ettolitri. La fama dello stabilimento era tale che, nel 1901, perfino il ministro Giovanni Giolitti volle venire a Misterbianco per visitare lo stabilimento. Nel 1919, grazie ai Monaco si ebbe la prima illuminazione elettrica. Fin dal 1866, infatti, le strade del centro storico erano illuminate con fanali e lampioni a olio. Grazie a un contratto tra la ditta Monaco e il comune, dunque, fu la zona dello stabilimento a godere di questo vantaggio. L’elettricità veniva erogata agli utenti senza contatore, a forfait. Per avere l’illuminazione pubblica e privata in tutto il paese si dovette aspettare il 1923. Lo stabilimento contava anche attività di riparazione e manutenzione, con una falegnameria, un reparto per confezionare i sacchi, un fabbro, un’officina meccanica, dotata di macchinari per l’epoca modernissimi; un grande pozzo per la necessità di acqua. Nel corso della sua lunga carriera industriale, la ditta ebbe numerosi attestati di stima e di simpatia; premi, riconoscimenti e medaglie in mostre ed esposizioni, da Catania a Palermo, a Parigi. Lo Stabilimento Monaco con le sue modernità era un’industria all’avanguardia che eccelleva nella capacità organizzativa, nella produzione e nell’esportazione. Tutto avrebbe fatto pensare a uno sfolgorante futuro e, invece, la sera del 20 aprile 1922 il fuoco (pare fatto appiccare dallo stesso Monaco, snervato dalle incessanti richieste sindacali dei lavoratori) distrusse tutto, lasciando solo le mura esterne, qualche locale e la svettante ciminiera.

fonte: ufficio stampa

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