Si riapre l'infinita "partita" legale sulla discarica di Valanghe d'Inverno

DiscaricaSi riapre l’infinita partita legale sulla discarica di Valanghe d’inverno. E’ stata infatti chiesta dall’Oikos la revocazione della sentenza del Cga Sicilia di Palermo n. 391 del 22 marzo 2023 pubblicata lo scorso 5 giugno, con cui veniva respinto l’appello della società alla sentenza del Tar sull’illegittimità dell’autorizzazione “Aia” dell’agosto 2019 all’impianto mottese di conferimento e smaltimento dei rifiuti rendendo definitivo il pronunciamento di annullamento del rinnovo dell’autorizzazione stessa.

Dopo la sentenza di annullamento, i Comitati No discarica di Misterbianco e Motta, aggregati alle associazioni ambientaliste Zero Waste Sicilia e Legambiente, nel salutare dopo oltre un decennio come una sacrosanta “vittoria” la pronuncia del Cga, avevano esposto in conferenza stampa coi propri legali l’intento di «programmare le azioni di lotta e il perseguimento della bonifica della discarica di Valanghe d’inverno, non lasciando intentate tutte le strade che portino alla tutela della salute, in questi anni conculcata, e al risarcimento del danno in forma specifica»; stimolando entrambi i Comuni coinvolti a «fare la propria parte per la chiusura della discarica, per la sua bonifica e per un diverso trattamento del ciclo dei rifiuti».

Ma, com’era prevedibile, l’Oikos non ci sta, e non ritiene affatto chiusa la vicenda, sostenendo che anzi esistano con “prove evidenti” i presupposti per ribaltare la situazione; ed a settembre ecco presentato un lungo ricorso per chiedere la revocazione della sentenza del Consiglio di giustizia amministrativa, affermando che essa sarebbe viziata da “numerosi errori evidenti” di Tar e Cga; e contestando sia le obiezioni finora determinanti sull’ormai notoria particella “fantasma” 131 (di “sconfinamento abusivo") sia l’applicazione nella fattispecie delle norme della legge regionale n. 9 del 2010 sulla prescritta distanza minima di 3 km dai centri abitati.

Per i motivi descritti nel ricorso, attraverso i propri legali la società che gestisce l’impianto (in atto chiuso e non operativo) chiede l’urgente “sospensiva cautelare” dell’esecutività della sentenza di giugno del Cga, con l’adozione delle opportune misure che consentano la prosecuzione del conferimento dei rifiuti ed evitino «l’immediato licenziamento di quasi tutte le maestranze, e perdite economiche irreparabili». In mancanza, sottolinea l’Oikos, «nel giro di poco tempo si dovrà procedere a una serie di lavori, come la copertura definitiva della discarica, che impediranno per sempre la possibilità di riaprire e di riprendere a conferire rifiuti»; il che comprometterebbe secondo l’azienda anche il presunto «fondamentale interesse pubblico alla tutela dell’ambiente e della salute umana, essendo nota la condizione in cui versa il sistema dei rifiuti della Sicilia, dove non esiste più capacità delle discariche per conferire rifiuti e le città ne sono invase e infestate».

A questo punto, l’aspro contenzioso legale riprende dunque con vigore. E il Comune di Misterbianco ha già deliberato di affidare ancora la difesa legale dell’Ente in giudizio all’avv. Nicolò D’Alessandro. Il Comune di Motta S. Anastasia, i Comitati e gli ambientalisti dal canto loro sono decisi a proseguire la “battaglia” ultradecennale senza fine; e si attendono ora anche i passi della Regione. Una Regione che per lunghi anni finora aveva sempre visto di fatto nello stabilimento mottese un “sito strategico” per affrontare l’eterna emergenza, in mancanza di un efficace e moderno “Piano rifiuti” che risolva le perduranti carenze strutturali e organizzative.

Roberto Fatuzzo
La Sicilia
26/09/2023

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