Rifiuti, illegalità organizzata

ecomafiaVorrei tanto sapere chi bisogna ringraziare per la solita figura della regione assistita che produce tanta, sana e incoraggiata criminalità. Chiedo perdono a coloro che, stanchi, illusi e demoliti dallo status quo siciliano, pensano che tutto sia inutile (soprattutto le parole) ,che niente si possa fare e niente si debba fare. Non è la rabbia che ha provocato questo mio intervento ma lo sconforto che mi ha colpito dopo aver letto parte della relazione della commissione parlamentare d'inchiesta sulla emergenza rifiuti.

«In Sicilia il settore dei rifiuti è organizzato per delinquere. E' la più eclatante manifestazione della legge dell'illegalità, l'illegalità si è fatta norma che permea negli aspetti più minuti e capillari qualsiasi aspetto del ciclo dei rifiuti». Questa è solo l'apertura della relazione (approvata lo scorso 18 gennaio all'unanimità) della commissione parlamentare d'inchiesta presieduta da Gaetano Pecorella.

«Attualmente il ciclo dei rifiuti può essere definito più realisticamente un "non ciclo", in quanto i rifiuti vengono conferiti in discarica al 93%, mentre la differenziata resta al 7%. Quasi tutte le discariche non sono a norma. Il sistema si pone come obiettivo non già lo smaltimento dei rifiuti, ma il "non smaltimento". La vicenda del percolato prodotto dalla discarica palermitana di Bellolampo è un esempio lampante di come il rifiuto si trasformi in ricchezza: la criminalità si inserisce in quelle attività collaterali a valle come il trasporto del percolato, la fornitura dei mezzi, la manutenzione. Appare talmente organizzato il disordine organizzativo da far sorgere la fondata convinzione che esso stesso sia intenzionalmente architettato al fine di funzionare come generale giustificazione per l'inefficienza di ciascuna articolazione della macchina burocratica e comunque in modo da far perdere a chi volesse capirci qualcosa il bandolo della matassa. Il ciclo dei rifiuti è un esempio di "disfunzione organizzata"».

Le carenze sul piano gestionale e amministrativo «hanno rappresentato un fertile terreno di infiltrazione criminale emersi a più livelli: attraverso le tipiche attività estorsive, e cioè mediante l'imposizione del "pizzo", ovvero di assunzioni all'interno delle società che operano nel settore, o ancora attraverso il controllo, diretto o indiretto, delle attività».

«E' certamente meritoria la scelta del governo regionale di presentare alla Procura di Palermo un dossier nel quale sono stati evidenziati gli elementi di distorsione nella procedura per l'aggiudicazione della gara per la costruzione e la gestione dei termovalorizzatori che avrebbe avuto conseguenze disastrose non solo per l'economia del settore, ma soprattutto per i cittadini e l'ambiente».

ATO: «Il deficit ha superato nel 2010 la cifra di 800 milioni di euro, per il quale non risulta ancora essere stato efficacemente attuato un piano di risanamento. La lievitazione della spesa è dovuta all'aumento dei costi del servizio, alle assunzioni avvenute su basi clientelari e alla mancanza di un'efficace attuazione dei piani di risanamento».

La commissione conclude così: «La strada da seguire è quella della rigorosa applicazione delle norme, del potenziamento del sistema dei controlli, della formazione della polizia giudiziaria specializzata ed attrezzata per questo tipo di indagini, della possibilità per l'autorità giudiziaria di utilizzare tutti gli strumenti investigativi previsti per la ricerca della prova».

Pietro Santagati

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