La Madonna degli Ammalati, ovvero l'estasi della Maternità

Madonna degli AmmalatiRitornare alla normalità. Si, ritornare alla normalità con la festa della Madonna degli Ammalati. La festività settembrina cara ai misterbianchesi, dedicata alla Madre di Gesù e alla storia secolare di Misterbianco. Ritornare alla normalità, nonostante la pandemia ancora galoppante, nonostante una guerra nel cuore dell’Europa, assurda e incomprensibile, nonostante la crisi politica e le imminenti elezioni nazionali e regionali, nonostante la crisi energetica e gli aumenti vertiginosi dei prezzi. Nonostante tutto, celebriamo ancora, come sempre, la festa di Maria SS. degli Ammalati.

Una ricorrenza religiosa originale, unica e insostituibile per noi misterbianchesi. Si celebra in un luogo ameno, un po’ fuori le “mura” della città, dove si trova una piccola chiesa che esisteva già nell’antico Misterbianco e che ci ricorda il paese distrutto dal fuoco dell’Etna, il 29 marzo 1669. La festa è dedicata a Maria, “Madre di Dio e della Chiesa”, mamma di Gesù e di ognuno di noi. E quest’anno, dopo due anni di restrizione, guarderemo sicuramente con occhi diversi la sacra immagine della Madonna degli Ammalati, il suo volto delicato, sommesso, quasi impalpabile. Le mamme sono tutte così, “vicine e irraggiungibili”, presenti e riservate, vigili e discrete. Sono luce, sono fiamma, sono un faro inestinguibile che indica la via, il buon cammino, il viaggio fino a Itaca. L’autore “ignoto”, che nel XVII sec. affrescò l’immagine della Madonna e del Bambinello, nella parete frontale della piccola chiesa rupestre, era sicuramente un grande pittore, peccato non conoscere il suo nome. Ci ha lasciato una rappresentazione unica, originale, moderna di Maria e di Gesù. Mi soffermo solo agli occhi di Maria, “sicuramente erano socchiusi, una caratteristica pressoché unica, comunque rara, e quasi rivoluzionaria, nel modo di raffigurare la Madonna, in tutta la storia dell’arte.

E’ l’estasi della maternità”, dichiara Agostino Battiato. Quegli occhi sembrano quasi riprendere lo stile di Bernini nel suo capolavoro scultoreo, “l’Estasi di Santa Teresa”. L’estasi è un “atto” umano e divino, naturale e irreale, immanente e trascendente. L’estasi è piacere puro, è godimento dell’anima, è la mistica del corpo. Ed in questo senso si comprende “l’estasi della maternità”, rilevato da Agostino. L’istinto di essere madre. E’ la donna felice per essere sorgente di vita, come tutte le donne. E’ la mamma beata per aver donato la vita al suo bambino, come tutte le mamme del mondo. E’ Maria in estasi per aver dato alla luce un bimbo di nome Gesù. Solo così si comprendono gli occhi socchiusi di Maria, dipinti dall’artista, quasi a voler “fermare” nel suo cuore, per sempre, la gioia muta, perché indescrivibile, della nascita del suo “unico figlio”; quasi a voler “cercare” con gli occhi dell’anima, oltre la siepe, al di là del buio, l’eterno, l’infinito, l’avvento del Figlio dell’Uomo.

Angelo Battiato

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