La ferita: storia di una frana (politica e amministrativa)

cedimenti Come una ferita mai rimarginata, giace ormai da un anno e mezzo, quasi a segnare fisicamente oltre che simbolicamente un limite, un confine, una separazione tra centro storico e frazioni, la frana che il 10 febbraio del 2010 ha colpito la strada per San Giovanni Galermo.
Se in me non prevalesse l’abitudine a coltivare il sentimento dell’indignazione, assisterei quasi con divertimento alle maldestre improvvisate di alcuni consiglieri comunali del centrodestra misterbianchese, che nelle ultime settimane davanti a quel tratto di strada hanno inscenato proteste plateali con telecamere e giornalisti al seguito, ambigui volantini, tende piantate con tanto di picchetti e la solenne promessa di proseguire la protesta a oltranza, salvo poi raccogliere tutto e andare via un minuto dopo che quelle telecamere erano spente e lontane!

Massimo La Piana
Capogruppo PD


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Si tratta di quegli stessi consiglieri che hanno sostenuto e continuano a sostenere la disastrosa amministrazione di Ninella Caruso, quell'amministrazione che proprio sulla vicenda della strada per San Giovanni Galermo ha responsabilità gravissime.

I lavori per la sistemazione della strada sarebbero potuti partire almeno da un anno, se il sindaco Caruso e la sua maggioranza avessero accolto l’emendamento del PD al bilancio di previsione 2010, predisposto dal consigliere Mancuso con i pareri favorevoli del ragioniere generale e dei revisori dei conti, che reperiva 500.000 euro di fondi comunali immediatamente utilizzabili da destinare alla realizzazione dell’intervento. Se l’emendamento fosse stato approvato, si sarebbe potuto avviare l’intervento con la procedura prevista nei casi di somma urgenza dalla normativa vigente in materia di lavori pubblici. Ma il sindaco e la sua maggioranza hanno deciso che i soldi del comune dovevano utilizzati per altre priorità (quali?) scegliendo di affidarsi ad altri canali per il finanziamento e la realizzazione dell’opera: Protezione civile, Regione, con un inevitabile allungamento dei tempi ed un appesantimento dell’iter burocratico che ad oggi, nonostante le mirabolanti promesse di impegno sui tempi, non ha ancora visto avviare neanche le procedure preliminari di esproprio!!!

Tutti noi abbiamo ancora negli occhi la foto pubblicata dal Corriere della Sera lo scorso 25 marzo, che raccontava il “prima” e il “dopo” di un’autostrada, in Giappone, colpita dallo tsunami e ricostruita in soli sei giorni. Certamente la Sicilia non è il Giappone e Misterbianco, in questo momento non fa certo eccezione, ma trasformare 50 metri di strada in una nuova “Salerno- Reggio Calabria” è davvero il colmo! La politica dei lavori pubblici condotta in questi anni dal centrodestra non è certo immune da altre contraddizioni. Si è predicata per anni l’inutilità delle strutture pubbliche realizzate dall’amministrazione precedente e l’impossibilità di gestirne la manutenzione e forse, proprio per dimostrare questa tesi “originale”, quelle strutture sono state abbandonate all’incuria e al degrado. Poi però si è deciso di indebitare il comune per costruire piazze e piazzette davvero di dubbia utilità (una è stata completata da pochi giorni nella Zona Toscano), o sicuramente non prioritarie, con l’effetto di bloccare la realizzazione di nuove opere nei prossimi anni, visti i vincoli imposti agli enti locali dal patto di stabilità firmato Tremonti.

Una politica miope, dal respiro corto, incapace di stabilire le priorità e individuare le soluzioni. Una politica attraversata da un’ansia….quella di lasciare a tutti i costi un segno “tangibile” della propria esperienza ammnistrativa, un’esperienza che la maggior parte dei misterbianchesi vorrebbe lasciarsi alle spalle prima possibile!
 


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