La favola del Pipistrello

La favola del Pipistrello
Senza avere l’intenzione di parlare (male) del pipistrello e del suo modo di vivere ed avendo la consapevolezza che “madre natura” ha assegnato ad ogni creatura il proprio compito e, quindi, anche al pipistrello, voglio “rispolverare” una favola su questo misterioso e intrigante animale che, stranamente, quando è a terra (e quindi non vola) assomiglia ad un topo e contemporaneamente, avendo le ali, ha la capacità di librarsi nell’aria come un uccello.

Giuseppe Scaravilli

La favola, che non è mia, racconta che un giorno questo animale, specchiandosi nell’acqua, si avvide di avere una “double face” perché assomigliava ad un topo e nello stesso tempo era anche un volatile. La consapevolezza di questo suo “doppio stato” lo stuzzicò talmente da indurlo ad architettare le sue strategie di sopravvivenza sfruttando, appunto, la sua possibilità di appartenere sia alla “specie” dei roditori che a quella degli uccelli.
E siccome, “bon tempu e malutempu non dura tuttu u tempu”, come recita un antico proverbio siciliano, un giorno accadde che i topi dichiararono guerra agli uccelli e per un certo periodo se le “suonarono di santa ragione”!
Ed il “nostro” pipistrello cosa fece? Con chi si alleò? Pensate che si schierò dalla parte giusta?
Neanche per sogno. Il “drittone” opportunista, applicò e fece suo il ritornello di una famosa canzone di Patty Pravo: “Oggi qui domani là”. E così, quando vedeva che vincevano i topi, il “furbetto” si schierava con loro e, naturalmente, faceva al contrario quando vincevano gli uccelli.

Ma questa sua “altalenante” posizione non durò per molto tempo, perché sia i topi, che gli uccelli, si accorsero del suo “doppio – gioco” e decretarono che “l’opportunista” fosse bandito da ambedue gli schieramenti e fosse allontanato dai loro consessi.

Cosicché, il pipistrello, allontanato dai topi e dagli uccelli, fu costretto a “condurre” la sua vita lontano, nascosto fra gli antri delle caverne, appeso a qualche arbusto per i piedi, dormendo a testa in giù e stando in apprensione per non essere scovato.

A chi possiamo paragonare questo “triste” animale?
Il mondo è pieno di umani (sic) che assomigliano ai pipistrelli, soprattutto, in Italia il “cesto” di costoro è saturo. Da tutte le parti, in questo “povero paese”, siamo circondati da questa “sindrome pipistrelliana”: oggi qui, domani là, dopodomani si vedrà…!

Ma in Italia, buona parte della gente è abituata a “tirare il carretto” ed ognuno ha dentro di sé la carica e la positività per andare avanti, non facendosi abbindolare dai soliti “opportunisti di giornata”, sapendo applicare il detto napoletano: “cca nesciunu è fesso”, avendo la certezza che dopo “l’inverno spunta sempre il sole dell’avvenire”, così verrà distrutto l’imperversare di “questi strani pipistrelli”.
Certo, il pipistrello è solo un animale ed anche per questo bisogna averne rispetto.

Viene il dubbio se bisogna portarne anche per gli “umani” (sic) che “scimmiottano” questa favola!

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