La Catena di San Libero n. 382

Graziella Proto

Riceviamo una precisazione di Claudio Fava, sulle vicissitudini della Sig. Proto.

La casa la stanno perdendo tutti i compagni della redazione dei Siciliani che sono stati raggiunti in queste ore dal pignoramento: Elena Brancati, Rosario Lanza, Lillo Venezia e il sottoscritto. Nei prossimi giorni partirà, assieme alla associazione nazionale della stampa, una iniziativa pubblica per denunziare il paradosso e la volgarità della giustizia catanese, che si presenta all'incasso 25 anni dopo nei confronti di un gruppo di (allora) ragazzi. Colpevoli solo di aver continuato a stringere la cinghia e a fare il giornale invece di chiudere I Siciliani per cercarsi un lavoro sicuro altrove. Sempre per la cronaca, una delle case pignorate con infallibile puntualità è quella in cui è nato e vissuto Giuseppe Fava, a Palazzolo Acreide. La Fondazione Fava metterà nei prossimi giorni a disposizione il proprio conto corrente per organizzare una raccolta di fondi.
Vi terremo informati

Claudio Fava

Graziella Proto, amministratrice e redattrice dei Siciliani anni '80, sta perdendo la casa per via dei vecchi debiti del giornale. L'antimafia è bella e tutti appoggiano l'antimafia, si capisce: però le
cambiali, oltre vent'anni fa, le ha dovuto firmare Graziella.

I Siciliani, una rivista "storica" e elogiata da tutti, vendeva fra 15 e 30mila copie. Però - imprenditori siciliani... - non aveva uno straccio di pubblicità, e quindi ci voleva qualcuno che firmasse cambiali. E questo qualcuno era Graziella.

La cooperativa faceva parte della Lega delle Cooperative, che però in quel periodo aveva grossi affari coi Cavalieri. Il giornale era un fiore all'occhiello - stando ai discorsi - della Federazione della Stampa, dell'Ordine, dei compagni perbene di tutt'Italia e in genere dei progressisti. Però le cambiali le firmava Graziella.

Pino Maniaci e Riccardo Orioles

Graziella Proto, in questi venticinque anni, è stata uno dei più seri e validi - e meno propagandati - giornalisti antimafiosi. Negli ultimi anni, sempre di tasca sua, ha fatto una bellissima rivista, Casablanca, ed è riuscita a portarla avanti per quasi tre anni. Nel primo numero c'erano la Borsellino, la Alfano, il Riscatto della Sicilia, il Movimento delle donne, la Sinistra. Nessuna di queste nobili signore s'è fatta mai sentire, non fosse che per ringraziare. Infatti Graziella, per i pochi che avevano la bontà di conoscerla, era quella che firmava le cambiali. Nessuno l'ha mai citata - ad esempio - per la rischiosissime inchieste sui ragazzini di Paternò ammazzati da Santapaola.

Non sappiamo cosa ne pensa Graziella. Ma noi pensiamo che parlare di informazione e di antimafia è una presa in giro se non si salva chi ha fatto informazione e antimafia non per un anno o due, ma per venticinque. Bisogna che intervengano coloro che debbono, subito e con urgenza. Sarebbe intollerabile vedere una Graziella vittima della mafia (vera) e dell'antimafia (a parole).

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