Le mura dell'antica Chiesa di S. Nicola, prima seppellite dalla colata del 1669 e recentemente rase al suolo dall'amministrazione, ci sono davvero. La Soprintendenza (che prima nicchiava) scava e trova. Le decisioni del Consiglio Comunale.
E alla fine le
mura prima presunte, fantasia dei cultori delle tradizioni, concepite dalla
rispettabile ma fumosa “tradizione” locale o frutto fantasioso del
sacrosanto “folclore paesano” ci sono davvero. Venute alla luce dagli scavi
tempestivi che la Soprintendenza etnea ha avviato a pochi passi dall’impianto
sportivo “Toruccio La Piana”, lì dove sorgevano i resti della chiesa S.
Nicola cancellati dallo sbancamento degli scorsi giorni. Si tratta probabilmente
di una grande struttura i cui resti sono ancora seppelliti sotto l’attuale
parcheggio. Il giorno successivo al tempestoso consiglio comunale, le ruspe
questa volta portano a galla la verità. Ed è una verità imponente: infatti il
perimetro murale affiorato è probabilmente quello di un grande edificio, alto
forse dodici metri con muri maestri spessi più di un metro; con buona
probabilità si tratta di quelli della chiesa di S. Nicola. Inoltre il
ritrovamento di parti del pavimento in maiolica confermerebbe ulteriormente la
presenza dell’edificio sacro sommerso dall’eruzione del 1669. C’è di più:
il ritrovamento appare sorprendente “se si tiene conto – sottolinea Giovanni
Privitera, geologo – che si trova in corrispondenza di un canale di
scorrimento lavico, ancora oggi perfettamente visibile ad est delle mura
abbattute”. Purtroppo ostacoli di natura finanziaria - i dieci milioni di
“somma urgenza” sono già finiti - non hanno consentito di procede con gli
scavi. E’ però intenzione del consiglio comunale (e anche della stessa
Soprindentenza) proseguire su questa strada utilizzando fondi regionali. Intanto
nella seduta straordinaria la maggioranza incassa una sconfitta sulla votazione
di un documento di condanna, votato a tarda notte anche da consiglieri della
maggioranza (il diessino Borzì e Mendola della Lista Civica), con il quale si
esprime censura nei confronti dell’operato dell’amministrazione (è stato
sottolineato il mancato rispetto delle procedure di legge nell’assegnazione
dei lavori). Inoltre - e sembra essere questo il passaggio politico più
importante e delicato - su proposta di Paolo Conti (Rifondazione Comunista) è
stata chiesta l’immediata istituzione della Consulta ai Beni Culturali,
l’individuazione di un tecnico del comune con compiti di supporto e
coordinamento e anche l’intervento dell’Assessorato Regionale ai BB. CC.
GiCo