Diritto di replica alle precisazioni di Carmelo Santonocito

Diritto di ReplicaNon posso sottrarmi alle tue note di precisazioni né prendo a male se in un pubblico forum qualcuno possa non condividere le mie opinioni, ma firmo e mi assumo le responsabilità di quello che dico o scrivo. Per quel che riguarda il post, oggetto della tua nota, a prescindere che l’argomento di oggi sia il voto popolare ai progetti del bilancio partecipato, è “da anni” che trovo svenevole il martellamento di comunicati compiacenti in rete e spesso assai ripetitivi da parte di articolisti abilitati, di cui non sono certamente il solo a farmene una ragione di riflessione.

Evidentemente l’obiettivo delle mie intenzioni non è il tuo rispettabile lavoro alle dipendenze del Comune. Infatti, con la consapevolezza che l’imparzialità e l’obiettività sono irraggiungibili, non ho specificato nè dato riferimento ai comunicati (che tu hai citato) e tanto meno a nomi. E giacché la partecipazione alle scelte del Comune non si può inventare relegandola semplicemente ad un annuncio via internet senza un percorso formativo, ho menzionato genericamente l’ufficio stampa solo perché lo reputo strumento responsabile di rapporto con i cittadini per attrezzarli di approfondimenti e per non renderli ostaggi dell’imbonimento del potere locale.

Non sono certamente un dispensatore di verità e può anche darsi che io non abbia spiegato bene quel che voglio, ma lontano da pretese o da entrature comunali posso liberamente guardare meglio i fatti, interpretarli, analizzarli e poi esporre nel blog i miei convincimenti su quello che non voglio. Sicuramente contano poco le mie esposizioni e avrei preferito soltanto che tu, da “attento giornalista” o da “cittadino appassionato” del proprio territorio, avessi preso spunto (dal fatto contingente) a stimolare anche nel blog un dialogo con i cittadini di Misterbianco per rischiarare i buchi neri della disinformazione, invece di scomodare il vocabolario Treccani di lingua italiana e disquisire soltanto sui termini che io ho usato per denunciare un sistema di potere locale senza qualità se non quella dei numeri di “scambisti” reclutati.

Mi dispiace, Carmelo, che tu ora censuri la mia voce critica verso una governance (sedicente di sinistra) costruita su patteggiamenti di cui ne siamo tutti spettatori consapevoli e che travisa la partecipazione democratica falsandola sotto gli occhi di un elettorato distratto. Mi dispiace davvero, ma non prendo gusto alla sterile polemica. Un abbraccio fraterno senza rancore.

Enzo Arena

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Enzo, senza rancore anche da

Enzo, senza rancore anche da parte mia, ma il mio intervento è stato dettato dal fatto che tu nel pezzo non ti riferivi genericamente a comunicati sul web, ma all’Ufficio stampa del comune, che da sempre non ha alcun intento celebrativo o altro.

Posso comprendere che nella foga scappi un aggettivo anziché un altro e proprio per questo è partita la mia risposta ed al di là di scomodare la Treccani, ha riportato l’esatto significato che in aggiunta agli altri aggettivi utilizzati, sembrano veramente fuori luogo per il caso in specie.

Nella mia vita non mi sono mai permesso di censurare nessuno, figurati se lo farei con te, neppure sulla pagina Facebook del Comune dove in cinque anni solo una persona è stata bloccata, ma solamente per il suo modo di agire, non certamente per i contenuti del suo pensiero.

Rispetto le opinioni diverse dalle mie, anche non condividendole, ma il mio ruolo, non mi consente di prendere parte pubblicamente al dibattito a favore o contro di una iniziativa poiché rischierei di  essere mal interpretato.

Infatti non ho censurato il tuo pensiero sul quale non ho espresso alcun giudizio ma il tuo riferimento all’Ufficio stampa del comune e non, come scrivi adesso a “comunicati compiacenti” che genericamente non sono individuabili.

L’argomento era il bilancio partecipativo e se citi i comunicati stampa dell’Ufficio stampa il riferimento non può essere che hai due comunicati pubblicati.

E’ la politica che deve essere responsabile di un percorso formativo dei propri cittadini, poiché il giornalista di un Ente pubblico riferisce l’informazione che poi deve essere sviluppata da altri soggetti.

Dall’informazione pubblicata si apre un dibattito e se questa non ci fosse stata, tutto sarebbe rimasto nell’oscurità.

E’ questa la forza dell’informazione, rendere di pubblico dominio una notizia su cui si apre un dibattito.

In questo caso l’obiettivo è stato raggiunto.

Anche a me, come a te, non piace prendere parte a sterili polemiche, soprattutto quando in gioco è un interesse pubblico e comune.

Un abbraccio anche a te augurandomi di incontrarti per un caffè.

Carmelo Santonocito

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